Laprof, quando non seleziona au pair, ha un altro gradevolissimo modo di passare il tempo on line.
Ella infatti è iscritta a tutti i vari siti di deal (tutti tutti, pure nella versione francese) e, a periodi alterni e con alterne fortune spesso si lascia tentare e usufruisce delle loro mirabilanti offerte.
Alla perversione dei ristoratori che entrano nel gorgo Groupon, Groupalia et similia sono stati già dedicati fiumi di byte e ritengo quindi inutile aggiungere le mie considerazioni in merito.
Vorrei invece scandagliare la psicologia degli operatori estetici che decidono, per motivi a me assolutamente ignoti, di offrire i loro servizi a un prezzo francamente irrisorio e, generalmente, sotto forma di mini abbonamento.
Esempio tipico: cinque cerette a venti euro.
L'incauto acquirente acquista giulivo il coupon per poi scoprire alternativamente che: le cinque cerette vanno fatte TUTTE entro un mese dall'acquisto del tagliando (cosa interessante per la signora Pastrana ma non molto per l'ipertricotica media), o che non hanno un buco disponibile prima di gennaio e che, in ogni caso, non tutte le parti del corpo sono comprese nell'offerta.
Ovviamente, a modicissimo prezzo, sarà possibile completare il trattamento.
Laprof però, non si lascia scoraggiare facilmente, per cui spesso (specie in primavera) acquista coupon per puntellare la sua traballante autostima.
Con questo spirito ho dunque prenotato numero sei pressoterapie.
Il trattamento, vista la mia situazione di...ehm diversamente magra, mi pareva utile, il centro estetico era vicino (Orbassano), il prezzo era basso ma non infimo (cosa che in genere segnala una fregatura sicura).
Effettuato quindi il mio bravo versamento su paypal e prenotato il mio trattamento, mi reco tutta giuliva presso il centro.
Qui vengo accolta da una specie di arpia a forma di donna che, dopo avermi considerata con palese disgusto, mi informa che probabilmente non potrò usufruire della pressoterapia perché ha seri dubbi che i gambali possano accogliere la mia, a suo parere , mole smisurata.
Come ormai sapete, Laprof ha un carattere estremamente malleabile ed accomodante per cui pretende, seduta stante, di fare una prova.
La portata dell'apparecchio risulta essere di 130 kg (avete la mia parola d'onore che sono moooolto al di sotto di tale stazza) e in effetti salgo sul lettino, infilo i gambali senza problema alcuno e pure la megera, dopo svariati tentativi, è costretta ad ammettere, molto a malincuore, che l'attrezzatura si chiude perfettamente ed è quindi possibile procedere con il trattamento.
Ormai si è fatto tardi però, le altre prenotazioni incalzano, per cui vengo rimandata alla settimana seguente.
Il giorno prefissato arrivo dunque puntualissima (so per esperienza che per un couponista un ritardo è un peccato mortale che equivale alla maledizione senza perdono di potteriana memoria), indosso la mia comoda tutina plasticosa (vendutami per la modica somma di 5 euro) ed attendo fiduciosa la mia nuova amica.
Questi arriva, mi squadra e sorride malignamente
"Lei ha le vene varicose!"
"Veramente no, faccio ecodoppler tutti gli anni"
La tizia insiste e non sente ragione, secondo lei fare una pressoterapia nelle mie condizioni equivale a una sicura condanna a morte.
Indovinate un po'? Non faccio il trattamento.
L'integerrima professionista però mi comunica la sua ferma volontà di venirmi incontro. Qualora il mio angiologo confermasse la mia versione dei fatti e non manifestasse contrarietà in proposito io potrei finalmente utilizzare il perigliosissimo macchinario.
Mi precipito quindi a telefonare al medico che, ovviamente, mi tratta come una demente iperansiosa e mi dice, con voce annoiatissima e tono condiscendente, che posso fare tutte le pressoterapie che voglio essendo tra l'altro una precisa indicazione del trattamento proprio l'insufficienza venosa.
Telefono quindi all'estetista, la metto a parte delle indicazioni del medico ed ottengo un altro appuntamento per il venerdì seguente.
Il giorno x abbandono quindi figli ed au pair al loro destino per portarmi in loco con giusto anticipo.
La tizia, sull'orlo della crisi di nervi non mi fa manco entrare nel locale.
Mi grida scompostamente che l'attività è sua, si è fatta un mazzo tanto ad avviarla ed io ora voglio rovinarla morendo proditoriamente sul suo lettino. Può venirmi un embolo, un'ischemia, un blocco renale e uno cardiaco. Posso financo cadere fratturandomi tibia e perone e poi attribuendo a lei, povera disgraziata, la mia successiva mancata guarigione.
Ormai ululando mi informa che queste non sono, come potrei credere, illazioni, ma ben documentate verità, frutto di un suo consulto telefonico serale con un'amica medico.
Le chiedo come mai questo tragico quadro non si fosse delineato prima della mia telefonata e lei risponde che in alcun modo può accollarsi il rischio di farmi indossare i dannati gambali in assenza di un certificato medico scritto che specifichi, oltre che il mio stato di salute, anche pressione dell'apparecchio e tempi di applicazione.
Sinceramente mi vergogno a telefonare nuovamente all'angiologo e, ancor di più a richiedergli un certificato scritto.
In questi casi la mia salvezza è fortunatamente ben riposta nella persona del mio mitico amico adolescenziale Ildoc.
Lo contatto su Facebook, gli spiego la situazione e ne ottengo in cambio un meraviglioso certificato di buona salute dove si specifica che posso fare impunemente pressoterapia.
Ildoc si mostra pure risoluto ad eventuali interazioni telefoniche o internettiane qualora vi fossero ancora problemi e rimostranze.
Piccolissimo neo: Ildoc lavora presso un'associazione che si occupa di cure palliative per persone affette da malattie cronico-degenerative, speriamo che la strega non guardi il timbro o mi propone un'eutanasia immediata.
Carissime estetiste, ma non vi converrebbe vendere meno coupon?
P.S Ho appena telefonato al centro estetico, ho letto il certificato de Ildoc e mi sono guadagnata un altro appuntamento per domani.
Chissà, chissà...
Ehm lo ammetto, ho la fortissima tentazione, durante l'ipotetica ultima sessione, di mettere a frutto le mie doti istrioniche e di simulare una crisi convulsiva nella cabina...
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