venerdì 27 settembre 2013

Trenitalia.

Oggi tocca nuovamente a Susa.
Alle ore sei e trenta esco di casa e mi dirigo verso Rosta. Come la scorsa volta mi colloco sulla banchina (già fornita di biglietti ) e mi accingo ad aspettare il treno.
Trenitalia, in successione, mi comunica che il treno proveniente da Torino Porta Nuova e diretto a Susa viaggia con 10, 20, 30, 40, 50 minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio.  I viaggiatori presenti in stazione, prevalentemente insegnanti e studenti, decidono di prendere il treno per Bardonecchia, che passa mezz'ora dopo, scendere a Bussoleno sperando poi in un pulmann  per Susa. A Bussoleno veniamo accolti da un generale scuotimento di teste, nessun mezzo sostitutivo. Nuovo annuncio: il treno numero...proveniente da Torino Porta Nuova e diretto a Susa è stato soppresso. Ci scusiamo per il disagio. Ci scusiamo eh però il biglietto non ve lo rimborsiamo. Anche se una prof rognosa sobilla tutti i viaggiatori a chiedere il rimborso, il personale di biglietteria imperturbabile concede solo moduli di reclamo. La seccante pendolare persiste con le sue petulanti istanze ma nulla può contro la calma zen dell'impiegata (probabilmente formatasi nel monastero di Antaiji). 
Le indelicate richieste della viaggiatrice terminano con l'arrivo del treno. Non può permettersi di perderlo perchè è già in ritardo di un'ora.
Alle nove varchiamo quindi la porta dell'edificio scolastico. 
Devo dire però che su una cosa concordo pienamente con Trenitalia: la strategia ostruzionistica che tiene nei confronti di Arenaways.
 http://www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia/vacanze/news/antitrust-sanziona-fs-e-trenitalia-per-aver-ostacolato-la-concorrente-arenaways
http://it.wikipedia.org/wiki/Arenaways
Non credo in effetti ci sia un altro modo per arginare una qualsiasi forma di concorrenza.
Un servizio peggiore di questo è addirittura inimmaginabile.




martedì 24 settembre 2013

Una tranquilla giornata...

So che, nell'immaginario collettivo, il mestiere dell'insegnante equivale a un qualsiasi passatempo ozioso cui sono dedite potenziali casalinghe desiderose di sottrarsi al tedio della vita domestiche  o uomini senza nerbo incapaci di dedicarsi a una occupazione perbene.
Praticamente un non lavoro.
Parecchie persone si mostrano  stupite nel vedermi lavorare anche il pomeriggio, le mie amiche (con occupazioni serie ) spesso mi apostrofano con un "Ma come, ti ho telefonato ieri dalle nove alle dieci di MATTINA e tu non hai mai risposto, come mai?"
Le altre mamme dell'asilo mi domandano scandalizzate come mai il piccolo, fragile e berciante JF sia sistematicamente accompagnato dal padre. JF e le sue vibrate rimostranze sono ormai famosi presso l'intero l'istituto comprensivo. Tutte mostrano un vivo compatimento nei confronti del Pan, costretto dai capricci della sua moglie indegna, a sobbarcarsi l'entrata e la vestizione della piccola scimmia urlatrice del grazioso pargoletto. Una, scuotendo la testa mi ha detto: "Certo che ti risparmi un grande dolore delegando, ne fossi capace io...".
Ma come mai la prof si disinteressa così palesemente della creatura che ha incautamente messo al mondo? Perchè  alle otto e trenta non cinguetta giuliva nei locali della scuola d'infanzia ammirando collages di riso e composizioni di cartapesta?
Prendiamo una mattinata a caso...
Oggi mi sono alzata (come ogni lunedì e venerdì) alle ore sei per recarmi alla stazione di Rosta.
Alle ore sei e mezza sono uscita di casa. Fortunatamente tutta la famiglia era addormentata per cui niente ha intralciato la mia sortita. Spesso, prima di guadagnare la porta  devo risolvere alcuni drammi esistenziali quali: "Dov'è  il grembiulino giallo?" "L'asciugamano di JF?", "Ah a proposito la maestra aveva detto che dovevamo portare una copertina bianca...e anche una verde e una viola...", "Mamma non mi hai firmato il diario, mi daranno una nota e tutta la mia carriera scolastica ne sarà  indelebilmente macchiata"(la nostra preadolescente tende parecchio al drammatico in ultimo).
Nella magica alba di stamani però  ho potuto salire in macchina indisturbata. Sono arrivata a Rosta alle ore sei e cinquanta (come da tabella di marcia). Ho parcheggiato (neanche eccessivamente lontano) e mi sono diretta verso il giornalaio per acquistare i necessari documenti di viaggio (dato che, come ricorderete, a Rosta non esistono biglietterie o capistazione).
Ho trovato il giornalaio un pochino sottotono, ha appena accennato una piccola protesta lamentando la scarsa distribuzione di biglietti chilometrici e le lamentele dei viaggiatori che, ahinoi, ricadono interamente sulle sue stanche spalle.
Mi sono quindi serenamente disposta sulla banchina in attesa del treno. Alle 7.05 stavo per obliterare il biglietto quando..."Il treno numero...proveniente da Torino Porta Nuova e diretto a Susa è stato soppresso. Ci scusiamo con i viaggiatori per il disagio."
Treno soppresso???? E me lo chiamate disagio?
Mi sono quindi ridiretta verso l'auto mentre uno studente della mia scuola e la di lui madre, mi hanno supplicato di dargli un passaggio e, visto che era maggiorenne, ho acconsentito.
Il baldo giovanotto e la sottoscritta si sono quindi diretti verso la strada militare che attraversa la Val di Susa.
Per completezza di informazione devo però  aggiungere tre particolari: la mia automobile era in riserva fissa da venerdì, avevo , dopo l'acquisto dei biglietti, cinque euro in tasca e la mia carta di credito risultava  inservibile fino al primo di ottobre avendo io, da una quindicina di giorni, sforato il massimale.
Per tutta la durata del viaggio ho seriamente temuto la sosta forzata in mezzo al nulla e ai cartelli No Tav.
Aggiungo un'altra notiziola: incredibilmente ero fornita di telefono cellulare e detto strumento era pure carico (circostanza praticamente unica) MA detto arnese era comunque inutilizzabile avendomi il Pan cambiato operatore nella sua continua e spasmodica ricerca del piano tariffario più economico dell'universo e la nuova scheda non risultava ancora attiva.
Miracolosamente arriviamo a Susa e pure in orario.
Parcheggio, scendo e una vettura in manovra mi urta violentemente il polpaccio.
Entro a scuola zoppicando vistosamente e mi dirigo verso la mia classe. Manca l'80% degli studenti causa treno per cui mi tocca pure una chilometrica compilazione del registro.
E le lezioni non sono manco ancora iniziate...







Caccia.

Ieri Grey, il nostro sanguinoso felino, ha acchiappato un topo e girava per casa tutto fiero con la sua preda.
Il Vic tutto allarmato:" Mamma, ma non sarà mica il topino dei denti?"

mercoledì 18 settembre 2013

Corso Helen Doron.

L'esperienza ci ha insegnato che, perché il trittico acquisisca una buona conoscenza della lingua inglese, la presenza costante di un'au pair anglofona non  è sufficiente.
La comunicazione infatti deve poggiare su solide basi perché non si verifichi una situazione di chiusura e rifiuto.
Se il bambino non comprende assolutamente niente sarà assolutamente demotivato e probabilmente finirà per evitare l'interazione. Molti famiglie ospitanti infatti riferiscono comportamenti di indifferenza o addirittura di agressività nei confronti delle au pair.
Il Pan ed io abbiamo quindi valutato che fosse opportuno, per integrare il lavoro fatto a casa, la frequenza di un corso di inglese.
La nostra scelta è caduta sul Learning center Helen Doron. L'approccio usato è molto giocoso e il rinforzo casalingo è garantito dalla presenza di CD con canzoncine e filastrocche da ascoltare giornalmente e da un sito dedicato con giochi e materiali di diverso tipo.
Ritengo molto positivo il fatto che il metodo si basi sulla spontaneità della comunicazione e non solo su proposte e stimoli dell'adulto.
La lezione inizia con un cartone animato molto gradevole (non uno di quei minestroni informi senza né capo né coda il cui unico scopo è presentare lessico nuovo) Fun with Flupe.
Dopo la visione del filmato l'insegnante presenta ai bambini la magic box da dove estrae oggetti di vario tipo lasciando però ai bambini la piena direzione della conversazione.
Il Vic è stato il primo ad essere iscritto a ingliss (come lo chiamava da piccolo).  La scelta (ehm lo ammetto) non era stata supportata da profondi ragionamenti psico-pedagogici. Mammà stava frequentando la Siss e la famiglia Gamelli necessitava di un parcheggio un'attività stimolante in orario consono e non in capo al mondo. Le lezioni si tenevano presso l'asilo nido frequentato dal bimbastro  per cui tutte le condizioni erano rispettate, Ci siamo però rapidamente resi conto di quanto fosse proficua la frequenza e abbiamo deciso di estendere anche al resto del trittico quello che consideravamo un mero ripiego. Mi aveva particolarmente colpito notare all'epoca  una maggior competenza e ricchezza lessicale in Vic rispetto a Leli (che all'epoca frequentava la seconda elementare e aveva quindi all'attivo tre anni di inglese scolastico).
La prima parola in assoluto pronunciata da JF è stata "cat" (sempre speciale il mio francesino).
Il corso è inizialmente solo parlato, in età scolare viene introdotta la letto-scrittura.
La nostra scuola di riferimento è questa:http://www.lapecheronza.it/dapa/?page_id=283
nel meraviglioso asilo nido a suo tempo frequentato dai boys.


L'Ape che ronza, asilo nido in Orbassano.
 

Piccola nota per mamme sfati e disorganizzate (non so perché ma sento di dover solidarizzare con la categoria). L'edificio è nelle immediate vicinanze del supermercato Esselunga per cui il tempo impiegato per l'erudimento della nostra adorata progenie può essere da noi utilizzato per una rapida spesa.




martedì 17 settembre 2013

Nuove attività.

Settembre è, come al solito, un mese caratterizzato da una continua emorragia monetaria che sfinisce le già risicate risorse della famiglia Gamelli.
Abbiamo investito centinaia di euro in: scarpe (sette paia), zaino dei  dinosauri, penne cancellabili frixion (tre confezioni doppie, a sei euro l'una), ricambi per penne frixion (due confezioni da tre), pennarelli a punta grossa (due scatole), pennarelli a punta fine (tre scatole), pastelli a cera (una scatola da 12 e una da 24), matite colorate (nella versione normal e maxi, tre scatole), acquarelli, tempere, glitter, raccoglitori ad anelli (quattro), ricambi per raccoglitori ad anelli (un metro cubo),separatori colorati per i ricambi per i raccoglitori ad anelli (due confezioni) quadernoni a righe di prima (dieci), quadernoni a righe di quinta (due), quadernoni a righe di prima (dieci), quadernoni a righe di quinta (3), cartelline rigide (due), cartelline di cartoncino (cinque), album da disegno (uno ruvido e uno liscio), copertine per quaderni di ogni tonalità cromatica, tre risme di fogli A4, una riga (40 cm), un righello, squadre (due), un compasso con rotellina centrale,  sapone liquido (qualche gallone). Credo che la quantità di carta attualmente stoccata nel nostro garage, potrebbe agevolmente contenere lo slancio creativo di un ipotetico novello Stieg Larsson.
Insomma viste le finanze (e la pericolante  pila di materiale vario) ho dovuto, molto a malincuore, contenermi sugli altri acquisti.
Però va detto che lo zaino dei dinosauri lo abbiamo acquistato su Amazon. La spesa minima per avere la spedizione gratuita era già stata raggiunta e sarebbe stato un vero peccato non approfittarne ( non potevo certo perdere l'occasione per risparmiare).
Insomma, lo confesso ho comperato tre libri, uno per ogni figlio.
Per JF ho scelto un delizioso volumetto corredato da stickers. Si intitola Weather and seasons ed è illustrato da Kay Widdowson.

 
Il bambino deve vestire le sagome con gli abiti appropriati secondo le indicazioni che gli vengono fornite in riferimento a diverse situazioni (una giornata in spiaggia, un picnic estivo, una nevicata...).
Il Vic si è invece aggiudicato " First dot-to-dot dinosaur".
La scelta di questo volumetto è stata fatta in considerazione del fatto che coniuga egregiamente due delle principali passioni del Vic: i dinosauri e l'attività di unire i puntini.
 
 
 
Per Leli invece ho preso un libricino con CD della serie " Learn French with Max et Mathilde" e precisamente quello dedicato ai giorni della settimana.
Avevamo già comperato un volumetto di questa serie durante la vacanza londinese e si era rivelato uno strumento veramente prezioso. Il CD è in due lingue (inglese e francese) e aiuta la memorizzazione della corretta pronuncia nelle due lingue. E' un altro dei nostri pezzi forti durante i viaggi in automobile.
 
Chiaramente i libri sono utilizzati dal trittico nel complesso (tranne quello dei dinosauri che il Vic non condividerebbe per nessuna ragione al mondo).

 
 
 
 

venerdì 13 settembre 2013

Oggi...

Oggi è il mio compleanno! Il ventunesimo, come passa il tempo...

Se c'è guerra...

Frequento una deliziosa pagina facebook che ha come scopo la condivisione dell'esperienza di essere una hosting family.
Oggi su detta pagina è stato segnalato un episodio che mi ha lasciato basita (o abbasita come disse una mia allieva).
Una au pair, già collocata presso una famiglia, ha scritto un post per cercare altre ragazze per eventuali uscite e amicizie, specificando di abitare fuori Milano e...ha risposto una potenziale famiglia ospitante che le proponeva  di spostarsi presso di loro, cercando di allettarla con la maggior comodità di una sistemazione centrale.
Siamo dunque arrivati a questo? Circolano scippatori di au pair? Gruppi di aupairofili? E' vero che le ricerche sono sempre lunghe ed estenuanti (per una tipa svampita come me poi una tortura, tenere a mente le caratteristiche e i desideri di decine di ragazze diverse...) e per un paio di mesi all'anno almeno rappresentano un lavoro a tempo pieno.
Brrrrrrrr mi sa che le foto della Numero Sette non le pubblico più (e bene faccio a mantenere un rigoroso riserbo sulla sua reale identità).

giovedì 12 settembre 2013

Al lavoro!

Come i lettori più attenti avranno notato ho cambiato il sottotitolo del blog.
Quest'anno ho tre scuole su tre comuni diversi, 20 ore di insegnamento (le due ore vaganti mi sono poi state assegnate), nove classi, otto libri di testo, quattro diverse materie di insegnamento e 196 allievi.
 Su molti siti che trattano argomenti inerenti l'insegnamento mi hanno detto che è impossibile, che le normative (incise sulla pietra) lo vietano.
Se qualcuno vuole unirsi a me nel giro settimanale per verificare lo ospiterò volentieri.
Lunedì: appuntamento a Rosta (ridente cittadina a 15 km dalla mia) alle ore 7.00
Non esiste una biglietteria per cui il necessario documento di trasporto deve essere reperito presso il giornalaio che vi informerà prontamente che, il suo porgervi il biglietto, è un atto di puro e volontaristico altruismo dato che egli non percepisce alcun compenso per questo indispensabile servizio alla comunità.
ore 7.10 si prende il treno (qualora il giornalaio abbia terminato le sue recriminazioni in tempo utile)
ore 7.51 previsto arrivo a Susa
8.00-14.00 lezioni (cinque  ore ininterrotte in cinque differenti classi)
14.09 si riprende il treno in direzione Rosta. Anche Susa non dispone di una biglietteria e qui ci si rivolge al vicino bar - tabaccheria. Il tabaccaio però non è incline al dibattito a sfondo sindacal-sociale per cui probabilmente il treno non lo perderete.
15.00 previsto arrivo a Rosta
Martedì: giornata leggera, solo due ore al Curie di Grugliasco e ce la caviamo con due classi e solo 18 km di automobile.
Mercoledì: quattro ore al Natta di Rivoli con due classi. Una full immersion filosofica praticamente...
Giovedì: nuovamente al Curie per quattro ore.
Venerdì: replica del lunedì.
Ce la posso fare, ce la posso fare...

mercoledì 11 settembre 2013

La famiglia cresce...

In seguito alla prematura dipartita della compianta Gocciola, cricetina bianca e grigia e a un mese di lagne ben articolate, Leli domenica ha ottenuto (incredibilmente dal Pan) un altro criceto.
Eravamo in automobile, di ritorno dal soggiorno in montagna, quando passando a Carmagnola la bimbastra, forte della promessa paterna, ha preteso una sosta immediata per provvedere all'acquisto della gradevolissima bestiola.
Ebbene si lo ammetto; sono un'animalista convinta, mi piace che i miei figli amino la natura e cerco di favorire la loro convivenza con bestiole varie ma...i criceti mi fanno impressione! (per non dire di peggio). Alla lunga sono dei topi...
La convivenza con il penultimo roditore mi ha particolarmente provato: Raphael (nome datogli in onore delle sue origini francesi dato che  l'avevamo comprato in Costa Azzurra) aveva frequentemente dei collassi e andava rianimato con massaggi e calore. Ricordo ancora la sgradevolissima sensazione di dover manipolare quel mucchietto di ossa...
In automobile, al momento di scegliere il nome per il nuovo acquisto, il Vic ne rivendica con vigore la comproprietà e rifiuta decisamente la proposta di Leli di chiamarlo Pepper (il Vic ama nomi più articolati e comprensivi di cognome).
Il Pan gli propone allora di pagarlo per metà, dando a Leli quattro euro.
Il Vic afferma di non essere in possesso di tale strabiliante somma. Il Pan gli ricorda la mancia dei nonni e il regalo del topino dei denti, comunicandogli che è il fortunato possessore di 20 euro e informandolo che può dare a Leli un biglietto da cinque euro ricevendone in cambio una moneta da un euro.
Urlo indignato del Vic: "Ma così io ci perdo!!!".
Alla fine i due si accordano su Peperoncino Piccante (in onore della sagra del peperone) familiarmente detto Pepper.

Inizi

Leli inizia quest'anno la prima media. Devo dire che la cosa mi fa un po'  impressione, non sono più la mamma di una bambina ma di una ragazzina.
La nostra preadolescente sclera e urla almeno dieci volte al giorno: non le ho comprato i pennarelli, non ha i pantaloncini corti per far ginnastica e...a proposito le magliette dove sono? La prof di matematica è antipaticissima e l'astuccio dell'anno scorso è andato perso...
Buaaaaaaaaaaaa non posso farcela!
Il Vic invece ha iniziato la prima elementare. Ha avuto il suo zaino dei dinosauri (anche se senza tirannosauro in rilievo).
 Con la loquacità che gli è solita ad ogni domanda sulle attività scolastiche risponde che non ricorda.
Il mio fringuello del resto si è già distinto il primo giorno; dopo il saluto del sindaco la maestra ha invitato i genitori ad accompagnare i bambini in aula ed ha iniziato ad illustrare le regole della classe, ricordando che la più importante è senza dubbio quella che richiede l'alzata di mano per prendere la parola.
Un allievo alza prontamente la mano e propone alla comunità intera il seguente quesito: "Maestra ma io devo stare attento proprio sempre sempre?"
Chiaramente ero imparentata con il soggetto in questione.

domenica 8 settembre 2013

Number seven

Abbiamo un' altra novità!
Il tre settembre è arrivata La numero sette, au pair inglese (di Manchester).
Finora le inglesi si erano mostrate oltremodo restie e riluttanti a soggiornare presso di noi perciò reputo la sua venuta un colpo di fortuna straordinario.
I bambini erano ancora in montagna dai nonni per cui, approfittando del mio status di mamma single e dell'incredibile spazio creatosi nel sedile posteriore sono andata a prenderla all'aeroporto.
La deliziosa fanciulla bionda ha perciò avuto un immediato saggio della perfetta organizzazione Gamelli.
Tanto per cominciare non è stato possibile individuare il benchè minimo spazietto che mi permettesse di lasciare la macchina alla cavolo ma non troppo...ehm di sostare temporaneamente in uno spazio non delimitato, per cui ho dovuto dirigermi verso l'orrido parcheggio pluripiano.
La macchinetta, forse consapevole della mia ostilità, si è rifiutata di erogarmi il biglietto per 20 minuti di seguito.
A nulla sono valse minacce e lusinghe...niet.
La situazione si è sbloccata solo con l'aiuto di un addetto.
Con 30 minuti di ritardo mi scapicollo quindi verso il gate degli arrivi (fortunatamente pure l'aereo era in ritardo) e accolgo la N7 rantolando come un buldogg asmatico in astinenza da liquidi.
Saluti, baci e abbracci (a proposito, ma quanti bagagli ha?) e ci ridirigiamo verso il parcheggio.
Altri dieci minuti passano allegramente nel tentativo di capire dove sia possibile pagare la sosta.
Qui arriva un altro problemino.
Ehm io esco sempre senza soldi (che tanto ci ho sempre la carta di credito) ma...COLPO DI SCENA! L'infernale macchinetta accetta solo contanti. Torno in auto, raccatto tutte le monete che trovo  e raccolgo i preziosi cinque euro (cioè...cinque euro per 20 minuti di sosta).
La Numero Sette osserva le mie manovre con curiosità mista a preoccupazione (la devo pure far alzare per frugare sotto il tappetino del sedile passeggero).
Torno dunque alla postazione per il pagamento automatico e...RI-SORPRESA...la macchinetta accetta solo banconote.
Mentre mi sto per accasciare in preda allo sconforto però arriva una signora che, non accorgendosi del mio biglietto già inserito, paga la mia sosta! Le rifilo tutto il monetame e mi infilo in auto.
Torniamo a casa (per dovere di cronaca mi tocca confessare che, distratta dalla chiaccherata con la N7, ho imboccato la tangenziale nel senso di marcia opposto e ci ho messo quindi clamorosamente il doppio del tempo necessario).
A casa ci attende impaziente la Numero Uno (per una serie di motivi la ospitiamo qualche mese).
A casa nostra al momento sono quindi presenti DUE au pair e nessun marmocchio.
Mi sa che ho trovato la formula ideale...

venerdì 6 settembre 2013

Convocazioni.

Il 4 settembre 2013 alle ore 14.00, mi sono recata presso l'istituto Plana di Torino per partecipare al tombolone gigante che va sotto il nome di "Convocazioni".
Il simpatico giochino , che allieta la vita di ogni supplente al ritorno dalle vacanze e che  dovrebbe servire ad occupare le cattedre vacanti, in realtà è un chiaro tentativo di minare il già precario equilibrio mentale degli insegnanti e di spingerli alla  reciproca eliminazione fisica.
Sono uscita prestissimo perché la portata dell'evento è tale da mettermi in fibrillazione già dalla serata precedente. 

Arrivo nelle vicinanze della sede, parcheggio  l’automobile , incredibilmente non in capo al mondo, ed entro nella scuola.

Le convocazioni sono nell’aula magna che, fino alle ore 13.55 rimane ermeticamente sprangata.

Gli  aspiranti docenti si dispongono quindi davanti  alla porta e cominciano a delirare variamente:

“Nooooooooo le ore a Ulzio no!”

“Secondo voi, io che abito a Torino,  non ho la patente, patisco il mal d’autobus e ho la fobia dei  treni, posso prendere una cattedra a Pinerolo?”

“Tu in che posizione sei? Io quarantottesimo, l’anno scorso ero cinquantatreesimo poi tre colleghi si sono trasferiti, due non hanno voluto la cattedra in montagna e ora eccomi qui!”

“Che numero sei? Vorrei sapere quelli davanti a me cosa pigliano”

L’ultima domanda è stata rivolta alla sottoscritta che, vivendo perennemente nella più beata e improvvida ignoranza , non ne aveva la minima idea.

Tutti (tranne indovinate chi) erano muniti di

A)     Graduatoria stampata

B)      Elenco delle scuole disponibili

C)      Mappatura della dislocazione dei vari edifici scolastici.

Gli occupanti le prime posizioni in graduatoria erano tutti presenti e, man mano che le sedi venivano assegnate, i diligenti possessori  della preziosa documentazione summenzionata, spuntavano le scuole non più disponibili.

Io, circa alla terza scuola, ho perso ogni riferimento spazio-temporale per cui sono rimasta supinamente ad aspettare il mio turno (qualora fosse arrivato un mio turno).

Incredibilmente arrivano al mio nominativo e la variegata  scelta a mia disposizione si compone di:

A)     Cattedra intera a Susa

B)      Cattedra intera a Ivrea

C)      Spezzoni vari

Considerato che abito a Rivalta di Torino mi oriento verso gli spezzoni e così riesco a comporre la cattedra in assoluto più bella al mondo: otto ore a Susa, sei ore a Grugliasco e quattro ore a Rivoli.
Giusto per aggiungere un pizzico di suspence non è ancora chiaro se le sei ore saranno a Grugliasco o nella sede staccata di Collegno
Appena torno al posto vengo assalita da una collega (che ha già la SUA cattedra).
" Ma tu le vuoi le due ore residue di Susa?"
"Perché se non ti interessano le prenderei volentieri io..." e parte a raccontarmi una complicatissima storia di funambolici incastri passati, presenti e futuri. 
Ecco cosa mi differenzia dai colleghi rampanti, io manco so dov'è la scuola, altro che tenere la contabilità delle ore avanzate, non assegnate, restituite, createsi dal nulla, piovute dal cielo...

Ricomincia quindi la vita da trottola impazzita.