Il simpatico giochino , che allieta la vita di ogni supplente al ritorno dalle vacanze e che dovrebbe servire ad occupare le cattedre vacanti, in realtà è un chiaro tentativo di minare il già precario equilibrio mentale degli insegnanti e di spingerli alla reciproca eliminazione fisica.
Sono uscita prestissimo perché la portata dell'evento è tale da mettermi in fibrillazione già dalla serata precedente.
Arrivo nelle vicinanze della sede, parcheggio l’automobile , incredibilmente non in capo
al mondo, ed entro nella scuola.
Le convocazioni sono nell’aula magna che, fino alle ore
13.55 rimane ermeticamente sprangata.
Gli aspiranti docenti
si dispongono quindi davanti alla porta e cominciano a delirare
variamente:
“Nooooooooo le ore a Ulzio no!”
“Secondo voi, io che abito a Torino, non ho la patente, patisco il mal d’autobus e
ho la fobia dei treni, posso prendere
una cattedra a Pinerolo?”
“Tu in che posizione sei? Io quarantottesimo, l’anno scorso
ero cinquantatreesimo poi tre colleghi si sono trasferiti, due non hanno voluto
la cattedra in montagna e ora eccomi qui!”
“Che numero sei? Vorrei sapere quelli davanti a me cosa
pigliano”
L’ultima domanda è stata rivolta alla sottoscritta che,
vivendo perennemente nella più beata e improvvida ignoranza , non ne aveva la
minima idea.
Tutti (tranne indovinate chi) erano muniti di
A)
Graduatoria stampata
B)
Elenco delle scuole disponibili
C)
Mappatura della dislocazione dei vari edifici
scolastici.
Gli occupanti le prime posizioni in graduatoria erano tutti
presenti e, man mano che le sedi venivano assegnate, i diligenti
possessori della preziosa documentazione
summenzionata, spuntavano le scuole non più disponibili.
Io, circa alla terza scuola, ho perso ogni riferimento
spazio-temporale per cui sono rimasta supinamente ad aspettare il mio turno
(qualora fosse arrivato un mio turno).
Incredibilmente arrivano al mio nominativo e la
variegata scelta a mia disposizione si
compone di:
A)
Cattedra intera a Susa
B)
Cattedra intera a Ivrea
C)
Spezzoni vari
Considerato che abito a Rivalta di Torino mi oriento verso
gli spezzoni e così riesco a comporre la cattedra in assoluto più bella al
mondo: otto ore a Susa, sei ore a Grugliasco e quattro ore a Rivoli.
Giusto per aggiungere un pizzico di suspence non è ancora chiaro se le sei ore saranno a Grugliasco o nella sede staccata di Collegno
Appena torno al posto vengo assalita da una collega (che ha già la SUA cattedra).
" Ma tu le vuoi le due ore residue di Susa?"
"Perché se non ti interessano le prenderei volentieri io..." e parte a raccontarmi una complicatissima storia di funambolici incastri passati, presenti e futuri.
Ecco cosa mi differenzia dai colleghi rampanti, io manco so dov'è la scuola, altro che tenere la contabilità delle ore avanzate, non assegnate, restituite, createsi dal nulla, piovute dal cielo...
Ricomincia quindi la vita da trottola impazzita.
Mi piace la tua "disorganizzazione". Mi ci ritrivi parecchio anche io!
RispondiEliminaScherzi a parte in bocca al lupo per la tua variegata cattedra.
P.S. E' sempre uno spasso leggere i tuoi post!!!!
Si cattedra dinamica quest'anno...
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