venerdì 28 febbraio 2014

Consegnato!

Venerdì scorso abbiamo finalmente terminato i costumi per la scuola d'infanzia di Chiomonte e, nel corso dell'uscita didattica alla succitata scuola, li abbiamo consegnati.
Io non ho partecipato alla visita d'istruzione perché,  tanto per cambiare,  non c'erano fondi a sufficienza.
Le maestre comunque sono state soddisfattissime del nostro operato,  anche se hanno eccepito sulle dimensioni delle magliette, a loro parere un po' piccine.
Dire che ho preso taglia 6-8 e 10 anni, e cosa gli danno da mangiare a Chiomonte? O forse la mia esperienza di premamma mi ha definitivamente segnato e non sono più in grado di valutare le ipotetiche corrette dimensioni degli infanti?
Come potete vedere dalle foto conclusive la favola da rappresentare era Biancaneve, noi ci siamo occupati dei costumi mancanti.












mercoledì 26 febbraio 2014

Non colloquio venti.

In queste settimane ho avuto svariati colloqui, quasi nessuno merita di essere menzionato (anche perchè  siamo sempre al nulla di fatto).
Di questo però  fornirò  l'esatta trascrizione tradotta letteralmente (no, perchè  sennò  pare sia io che esageri...)
Questa aspirante au pair mi contatta su facebook, ha avuto il mio nominativo da un'altra mamma della rete host mum.
Comincia presentandosi:
"Buongiorno, A. mi ha dato il suo nominativo e mi ha detto che è  in cerca di un'au pair.
Mi chiamo G.  ho 21 anni, vengo dal Canada e abito in campagna presso una famiglia con due bambini di tre e un anno DA DUE SETTIMANE.
Tornerò  in Canada a Giugno.
Ora sono intenzionata a cambiare e cerco una famiglia con bambini più  grandi che sappiano già  parlare inglese (cara, tu saresti qui per questo, se i miei figli sapessero già  parlare inglese io questi soldi li investirei in una crociera...) "
Poi parte subito con una domanda diretta:
"Quanti anni hanno i suoi bambini?
Io rispondo che i miei figli hanno undici, sei e quattro anni e che sanno comprendere e parlare un po' di inglese. Termino con un secco "Ciao" perchè  la proposta non mi sta entusiasmando e se il buongiorno si vede dal mattino...
Imperterrita la fanciulla va avanti (senza porsi minimamente il problema di una mia eventuale non aderenza ai suoi progetti):
"Quanto offrite come paga settimanale? Quante saranno le mie ore settimanali? Avrò  il week end libero? "
Ehm tesoro, per quel che mi concerne tu avrai il prossimo lustro libero...
Decido a questo punto (senza rispondere alle domande) di chiederle se ha già  comunicato la sua risoluzione alla famiglia .
Risposta:
"Lo farò  appena sarò  sicura al 100% di aver trovato un posto dove andare..."
Apperò...
Prosegue:
"I suoi bambini sono maschi o femmine? Riceverò  un telefono cellulare? Mi darebbe il suo indirizzo in modo che possa cercarlo su Google maps?"
Stremata le fornisco il nome del paese dove abitiamo (l'indirizzo mi pare eccessivo) e le dico che normalmente forniamo all'au pair un cellulare italiano con sopra cinque euro di carica che devono bastare per tutto il periodo (sottinteso: qualora non bastassero caricherai tu).
Il giorno dopo il messaggio è scarno:
"Ho visto Rivalta sulla mappa, quanto dista da Torino? "
Argh...e almeno il calcolo del percorso fattelo da sola!
Subito dopo però  mi mette perentoriamente a parte delle sue valutazioni:
"Penso che cercherò  qualcosa in Torino centro"
Sento rimbombare nelle mie orecchie Vasco: "Ma brava fai cosìiiiiiiii!
A onor del vero devo dire che termina con un educato "Grazie"
Come vedete il mio parere non è  mai stato richiesto o sollecitato in alcun modo.


venerdì 21 febbraio 2014

Partenze, bugie e au pair.

Meno dieci...
Allora, niente panico. Anzi veramente ok panic!
La Numero Sette è  ormai sul punto di partire, il due marzo riempirà i suoi due menhir...pardon, pratici bagagli a mano e, lieta e spensierata, raggiungerà quel di Firenze, lasciando la famiglia Gamelli e soprattutto la sottoscritta in un mare di melma.
Al momento non ho ancora trovato la sostituta, i bannaggi dal sito au pair world proseguono serrati e non ho più riferimenti e ormai passo le serate scrivendo incomprensibili email.
La N7, se vi ricordate, aveva già espresso a novembre la volontà di cambiare regione e io avevo compreso le sue ragioni.
Dopo le vacanze di Natale però, la nostra inglesina mi aveva comunicato la sua volontà di tornare definitivamente a casa a marzo perchè attesa per colloqui lavorativi.
La Number Seven però aveva sottovalutato la potenza e la capillarità del servizio investigativo che fa capo alla rete delle host mum. Praticamente in tempo reale avevo saputo che si sarebbe ricollocata, da marzo a giugno, presso una famiglia fiorentina.
Non le ho mai raccontato di questa scoperta perchè comprendevo il suo imbarazzo e timore di ferire i nostri sentimenti e anche perché (Jen non sghignazzare che ti vedo) sono fondamentalmente una persona discreta e ritenevo che non fossero fatti miei.
Sabato scorso però ho buttato completamente alle ortiche tutti i miei propositi di pacato self control e freddo disinteresse...
Ma andiamo con ordine; sabato mattina cerco, sul mio profilo facebook, alcune foto che la Numero Sette mi ha inviato in passato ma non le trovo. Decido quindi di inviarle un PM per chiederle un nuovo invio e...SORPRESA! La fanciulla non appare più nella lista delle mie amicizie, nè sul mio profilo ufficiale nè in quello declinato Lu Gamelli.
A questo punto un lampo squarcia il velo...OHIBO'...la Numero Sette sta cercando di prendermi per il cul...buggerarmi!
Stai a vedere che mi ha eliminato dalle sue liste di contatto per impedirmi di visionare le sue attività dei prossimi mesi e pensava non me ne accorgessi.
Decido di affrontarla direttamente,io posso benissimo sopravvivere rompendo il fragile filo internettiano che ci lega , ma a questo punto, prevedo un progressivo scaricamento della Gamelli's family e un conseguente grave dispiacere della mia primogenita. Sotto l'orrida e sgarbata scorza della preadolescente da manuale, batte infatti un cuore fragile e facile alle ferite.
Espongo quindi i miei dubbi e le mie deduzioni alla cittadina di Albione, ne ottengo in cambio schiarimenti di gola, rovesciamenti pupillari e scuse balbettate: " Ah scusa, ho avuto la conferma ieri, ma era ormai tardi per dirtelo...non so proprio come mai non sei più nel novero delle mie amicizie, ci sarà stato qualche problema su facebook..."
Altaltalt...Number Seven, are you joking? Stai pazziando?  Ma tu lo sai con chi stai parlando? Credi che l'abilitazione all'insegnamento me l'abbiano data per caso?
Io sono il frutto di dodici anni di selezioni folli e cervellotiche. Sono più  di dieci anni che riesco ad iscrivermi nelle graduatorie ad esaurimento e a produrre la documentazione richiesta anche quando il preavviso è  di dodici ore. Ho sempre scoperto gli errori di valutazione del mio punteggio, guarda la combinazione sempre a mio sfavore. Ho trovato scuole in posti dove, secondo Google maps manco esisteva il posto. Tratto ogni giorno con almeno un centinaio di adolescenti (e non vorrei infierire Number Seven, ma sono adolescenti ITALIANI! Lo stesso DNA di Leonardo da Vinci, Niccolò Machiavelli, Alessandro Volta, Charles Ponzi, Al Capone...) e riesco quasi sempre a tornare a casa indenne.
Identifico il fruscio di un bigliettino a dieci metri di distanza, so leggere il labiale e individuare a colpo sicuro chi mi manda silenziosamente a quel paese , mi basta entrare in una classe per sapere chi ha letto il libro assegnato per le vacanze, chi è  arrivato a pagina cento e chi mi dirà  che in libreria non ce lo avevano. Riconosco un diciottenne che mente pure se stringe una Bibbia nella mano destra, ha su di sé  un'aureola che irradia bagliori di santità  e invoca catastrofi apocalittiche in caso di impostura (l'Italia ha pure dato i natali a Eleonora Duse, non dimentichiamocelo).
Posso compiere raffinate perizie calligrafiche con un solo sguardo grazie alle quali scopro chi ha copiato da chi. Ho stampigliato in mente l'albero genealogico di ogni singolo allievo in modo da non farmi mai cogliere impreparata da zii lontani e nonni di salute malferma.
Dai, Numero Sette, veramente credevi di farcela?
In serata ho ricevuto una nuova richiesta di amicizia.

 


martedì 18 febbraio 2014

Cosa apparirà?











 
Come vedete noi proseguiamo, si vede già quale sarà l'obiettivo?
Venerdì dobbiamo incartare tutto e recapitare alla scuola d'infanzia di Chiomonte, direi che però è quasi tutto a posto.
Meno male, non ce la facevo più, se vedo ancora un fungo  mi metto a urlare.
Piccola nota di colore (in senso stretto), circa a metà del laboratorio ci è esploso il colore rosso. Chiaramente vista la mancanza di fondi e blablabla abbiamo dovuto proseguire senza. Ehm questo spiegherà alcune scelte cromatiche...


domenica 16 febbraio 2014

Blog.

Girando, girando ho trovato un giovanissimo blog molto simpatico.
Lo tengono due ragazze italiane che stanno per iniziare la loro prima esperienza au pair negli Stati Uniti.
Insomma, hanno avuto la mia stessa idea...dal lato opposto della strada!
Chi è  interessato alla tematica può  andarle a trovare qui

giovedì 13 febbraio 2014

Brividi scolastici.

Stamattina stavo conducendo la consueta lezione  settimanale  di Metodologia delle ricerche, nella mia diletta classe Quinta.
Al momento, a causa di lavori nell' edificio, i ragazzi hanno dovuto abbandonare la loro aula e stanziarsi nel laboratorio di chimica. È una sistemazione oltremodo poco confortevole, l'aula è grande, dispersiva, con grandi banconi, lavandini corrosi dalla ruggine, rubinetti del gas ovunque e materiale, a vario titolo pericoloso,  in ogni dove.
Noi, tra l'altro avevamo in programma un lavoro laboratoriale di  focus group, su di un libro assegnato (Ancora dalla parte delle bambine di Loredana Lipperini, ve lo consiglio proprio, è ricco di spunti interessanti) per cui avevo necessità di trovare una sistemazione più raccolta. Ho fatto quindi spostare gli allievi facendoli disporre a cerchio intorno a me. Chiaramente io non potevo scegliere liberamente dove posizionarmi, dato che ormai un insegnante è unito al suo registro elettronico come un astronauta alla sua navicella o un malato al suo polmone artificiale. In un'altra scuola ad esempio devo mettermi di lato con la faccia al muro e sedermi su un portaombrelli. Qui invece il piccì, che funge da documento scolastico, era posto su un mobiletto di ferro attaccato al muro, circa al centro dell'aula e fuori dalla portata della cattedra.
Espletati i vari adempimenti burocratici, mi accingo quindi a sentire i ragazzi, mi volto verso di loro e.....  COLPO DI SCENA! Avverto un dolore (abbastanza lancinante) al braccio e un rumoraccio stridente nelle orecchie. Segue un minuto di panico totale, urla tu che urlo anch'io. Finalmente riesco a razionalizzare l'accaduto: il mobiletto si è staccato dal muro, trascinandosi dietro il registro e abbattendosi sulla mia spalla. Il tutto penzola scompostamente e pericolosamente dal muro. I ragazzi accorrono subito in mio aiuto ma non riusciamo a staccare il registro elettronico dai vari cavetti che lo tengono indissolubilmente avvinto al mobiletto di metallo, per cui me lo devo tenere sulle ginocchia in attesa di rinforzi. Arrivano prontamente gli operatori scolastici e finalmente vengo liberata dall'incomodo. La bidella si mostra molto dispiaciuta e mi porta pure del ghiaccio (menomale che ci sono loro a coccolare noi poveri prof derelitti). Si allontana  con la promessa di inviarci un tecnico quanto prima e qui la musica cambia. Detto tecnico entra con passo da bersagliere in classe e, immediatamente si dirige verso il piccì. No... pensavo si mettesse a baciarlo appassionatamente... Lo accarezza con dolcezza e, senza chiedere alcunché sulla nostra situazione psicofisica, ci annuncia gioiosamente che il collegamento internet è perfettamente funzionante.  Ecco, non vorrei sembrare polemica, ma se l'armadietto fosse caduto una decina di centimetri sopra, il laboratorio avrei poi potuto tenerlo su Maria Antonietta, ed ho devoluto  alla causa, una spalla cui, tutto sommato, ero abbastanza affezionata...
Immediatamente dopo, il tecnico  mi considera con palese disgusto e insinua che la colpa dell'attentato alla salute del suo adorato, sia indubbiamente da ascrivere alla sottoscritta:  "E certo che se voi vi appoggiate al piano..." (invece di utilizzare il computer galleggiando nel vuoto in condizione di perfetta imponderabilità, come sarebbe d'uopo...)
Dopo averci perentoriamente comunicato che il mobiletto non era stato montato da lei e che quindi non vi era alcun ché di censurabile nel suo comportamento  e dopo aver ribadito l'ottima copertura di rete, esce.

domenica 9 febbraio 2014

Intanto a scuola...

Si lavora indefessamente.
La mia classe bloggante ha iniziato un nuovo progetto. Il tempo è poco, i soldi meno ancora per cui dobbiamo lavorare tipo schiavi alle galere.
Per il prossimo venerdì tutto dovrà essere pronto.
Al momento siamo messi così:















Scuola

Notizie random dal mondo au pair.

Purtroppo al momento nessuna buona nuova.
Nessun contatto precedentemente descritto appare al momento promettente:

A) Francese maschio.
Ho rinunciato io (moooolto a malincuore) a questa possibilità.
Al momento cerco una persona che possa anche affiancarmi durante la prima parte delle nostre vacanze estive a Saint Raphael. In effetti l'idea di un baldo e aitante  giovinotto era oltremodo allettante ma, riflettendo ho poi ragionato sul fatto che, con questo gradevolissimo esemplare maschile , avrei dovuto con condividere per trentun giorni e trentuno notti la bellezza di 33 metri quadrati e un'unica toilette.
In queste condizioni già  tollero poco il maschio Alfa di mia spettanza, figuriamoci gli estranei.

 B) Francese gattomunita.
Ho avuto un bel colloquio con lei e la buona impressione si è confermata.
Il giorno dopo però si è tirata fuori dai giochi dicendo che desiderava guadagnare di più e che quindi la nostra  proposta non   le bastava. Ho visto proprio oggi che ha accettato un'offerta come baby sitter in Francia.

C) Neozelandese desiderosa di ricongiungersi con le amiche.
Su questo fronte non è mai decollato molto.
Nonostante le mie ripetute richieste non siamo mai riuscite ad organizzare una telefonata su Skype.
In più , proprio in questi giorni, ho ricevuto un riscontro decisamente negativo dall'host mum che ospita la sua amica (ne parlerò  più   diffusamente in seguito).

D) Statunitense diplomanda.
Decisamente non compatibile con le nostre esigenze. La Numero Sette parte il due marzo e io avrei bisogno di un tempestivo rimpiazzo, lei finisce gli esami íl 18 maggio. Potrei prenderla in considerazione per l'estate ma, per la Costa Azzurra, preferisco avere cittadine francesi, in modo da non avere problemi con visti vari (in Francia sono tremendi) e soprattutto con la loro micidiale sanità privatizzata.

E) Svedese.
Questa dopo aver reso molto tronfio il Pan, accettando la sua richiesta di amicizia su Facebook si è  volatilizzata, gettandolo nello sconforto.
Tse, dilettante!

F) Canadese francofona.
Dopo gli entusiasmi iniziali la fanciulla si è parecchio raffreddata. Non ha neanche risposto ai miei ultimi due interventi su Skype. Darei ormai per certo il suo disinteresse.





venerdì 7 febbraio 2014

Aggiornamenti.

So che i miei fedeli  lettori aspettano bramosi novità sul nostro futuro assetto familiare e quindi cercherò di ragguagliarvi.
Come sapete Laprof è stata bannata senza pietà  da au pair-world, cosa che ha parecchio rallentato le operazioni di ricerca.
Il mondo delle host mum però  è bello perché  si fonda su una grandissima solidarietà e voglia di condivisione (e del resto a chi potremmo raccontare le stranezze e le nequizie delle nostre ospitate? Della sudafricana che disparve nel cuore della notte lasciando un breve appunto scritto a matita?Della statunitense che, in tre mesi di permanenza non avverti'  mai il bisogno  di cambiare le lenzuola? Dell'inglese pazza, perennemente barricata in camera sua, che usciva SOLO per lamentarsi del rumore provocato dal piccolo di casa? Di tutte le ragazze che appresero con vivo stupore l'esistenza di un arredo domestico chiamato bidet?).
Insomma, grazie all'aiuto tangibile di altre madri sopraffatte, sono riuscita a procurarmi altri contatti.
Al momento non ho ancora avuto colloqui tramite Skype ma li programmerò a breve.
Al momento ho sottomano i seguenti profili:

A) Francese, 22 anni MASCHIO!
 Novità assoluta, noi mai abbiamo preso in considerazione ragazzi, ma le mie ferree risoluzioni in proposito cominciano a vacillare.
Il giovane ha contattato il Pan proponendosi per l'estate, io sono andata a spulciarmi  la sua presentazione e sono rimasta vivamente colpita dalla sua prestanza dalle sue doti umani e professionali (oh balzavano proprio all'occhio eh!).
Al momento mi trastullo con l'idea di prendere lui, portarmelo al mare e generare l'invidia di tutte le madri, italiane e francesi, con cui verrò a contatto durante il nostro soggiorno marino.
Il Pan, tanto per cambiare, appare refrattario all'idea e non asseconda la mia voglia di cambiamento e novità.
Nonostante gli abbia ripetutamente fatto notare che avere un au pair maschio è  molto chic, che sarà un'esperienza utilissima per far ragionare i nostri figli sulle pari opportunità e sugli stereotipi di genere e che pure Madonna e Valeria Mazza hanno optato per un nanny...niente! Il consorte continua a scuotere la testa con le labbra serrate.
Quanto è  retrogrado quell'uomo?

B) Francese, 20 anni.
Ragazza attualmente in servizio come nanny presso una famiglia in Normandia. Appare molto desiderosa di inserirsi nella vita familiare, mi ha raccontato tutto ciò  che fa con i piccoli di cui si occupa e mi ha domandato moltissime cose sulla nostra famiglia e ha anche chiesto quali fossero le opportunità di svago e di sport offerte dal territorio in cui viviamo.
Ha indagato minuziosamente le abitudini e gli hobbies dei bimbastri e, pure lei, ha chiesto un book fotografico.
Dopo l'invio delle foto non si è ritirata atterrita ma ha continuato lo scambio epistolare.
insomma mi ha fatto una buona impressione ma...
Alla terza mail mi ha comunicato che viaggia e si muove solo ed esclusivamente in compagnia del suo gatto.
Oddio, noi comne è noto abbiamo parecchi animali quindi figuriamoci se un felino francese mi spaventa però al Pan (sempre lui!) la cosa sembra di una bizzarria eccessiva.
Al momento tutte le nostre mail sono incentrate sul gatto e i suoi bisogni (cosa mangia, quale sabbietta è abituato ad usare, le sue abitudini notturne, i suoi rapporti con gli altri cospecifici...).
Chissà  se pure lui è  disponibile a condividere la lettiera con il Vic...
Noi host mum dobbiamo veramente essere pronte a discettare della qualunque...

C) Neozelandese, 21 anni.
Questa giovincella mi è stata raccomandata da altre due host mum torinesi che al momento ospitano due sue amiche.
La giovine sarebbe ansiosa di ricongiungersi alle sue amiche per vivere un'esperienza italiana in loro  compagnia.
Oddio proprio ansiosa no, scrive una mail alla settimana e non è mai disponibile a skypare.
Finora le uniche informazioni pervenute sono che viene da una famiglia molto numerosa, da cui ha ereditato solidi valori cattolici e che verrebbe in Italia perché  desiderosa di frequentare le funzioni religiose italiane (e fin qui andiamo bene) e di incontrare il Papa in udienza (glielo devo dire io che siamo un po'  fuori rotta?)

D) Statunitense, 19 anni.
Si sta preparando agli esami finali per cui, qualora tutto andasse bene, potrebbe arrivare dopo il 18 maggio (un po'  tardino per noi a meno di non considerare l'opzione di prenderne una prima di lei per un mese e mezzo).
Pare però  molto sicura di sè  ed è convinta che la nostra scelta cadrò  su di lei.

E) Svedese, 20 anni.
Non ci crederete ma l'ha reperita il Pan.
A suo dire ha una solidissima preparazione culturale e pedagogica che la rende la au pair ideale.

F) Canadese francofona, 21 anni.
New entry, sono fortunuosamente riuscita a contattarla.
Sembra molto ansiosa di piacerci perché riferisce che tutti la scartano non appena scoprono che è  francofona, visto la generale predilezione per la lingua inglese.

Insomma qualche punto di partenza ce lo abbiamo, vedremo cosa si concretizzerà...


martedì 4 febbraio 2014

Pagelle.

Oggi consegna delle pagelle.
L'istituto omnicomprensivo di Rivalta, con logica impeccabile, dedica all'avvenimento un'unica giornata per tutti i gradi di scuola presenti sul territorio, il che si traduce in una folle corsa da una scuola all' altra (e per ora i figli valutati sono due).
Pagelle discrete, non ci lamentiamo.
Ieri comunque il Vic, tanto per mettere le mani avanti, mi ha fatto sedere sul divano e con voce grave e solenne mi ha detto; " Sai mamma non è giusto pretendere troppo dai bambini..."

domenica 2 febbraio 2014

Colloquio quattro.

Ragazza francese di Grenoble.
Il suo contatto  è  stata reperito dal Pan su au pair world (probabilmente a breve sarà  bannato pure lui perché  è  molto piu'  spudorato di me).
Evidenzio subito una criticità; la ragazza scrive (e quindi suppongo che parli) un buon italiano mentre io preferisco non conoscano né  la nostra lingua né  lo spagnolo, perché  le  occasioni di scambio siano favorite.
Lei mi specifica subito di essere la figlia di un'insegnante di italiano e di essere estremamente interessata a soggiornare proprio presso di noi perché  ha visto che pure io sono un'insegnante.
Le preciso che la seguirò  molto volentieri nei suoi studi, ma che mi aspetto che con i miei figli parli sempre in francese. Mi garantisce che si atterrà  alle mie indicazioni ma, so per esperienza, che poi sarà  molto difficile.
La giovane tra l'altro insiste molto sull' aspetto linguistico; mi chiede informazioni sulle scuole per stranieri e si informa circa la presenza sul territorio di associazioni giovanili e circoli ricreativi.
Capisce di aver fatto un passo falso e mi assicura che la entusiasma la prospettiva di insegnare francese al trittico visto che à  molto interessata alla carriera da insegnante.
Termina dicendo che mi farà  sapere i periodi di suo interesse (!)
Certo cara, noi giustappunto gestiamo  un bed and breakfast con prenotazione libera...
Alla fine introduco  io il discorso della paghetta e le concretizzo la nostra offerta, assolutamente in linea con quanto percepito dalle altre au pair stanziate a Torino .
Si inabissa pure lei nelle nebbie dell'oblio (devo dire senza grandi rimpianti da parte nostra).
Archiviata.

La settimana.

Se esiste l'inferno sono convinta che per me consisterà nella reiterazione eterna della settimana appena trascorsa. Sono infatti arrivata al venerdì strisciando sulle ginocchia.
Innanzitutto ho dovuto preparare il compito sul Candide, sotto forma di terza prova, per tutte le mie classi filosofiche (tre quarte).
I compiti in realtà erano due, perché due delle summenzionate  quarte sono situate nello stesso edificio e nello stesso corridoio e, per ragioni di orario, devono necessariamente fare il compito nello stesso giorno con un intervallo di mezzo. Ho pregato però gli allievi della prima classe di passare lo stesso  il compito ai compagni che tanto la prof non lo cambia...(che volete, gli insegnanti si divertono veramente con poco).
Mi sono quindi trasportata paccate di compiti ovunque. e ho raccolto le vibrate proteste di  settanta ragazzi (il compito era troppo specifico, le domande erano troppo generali, bisognava scrivere troppo, era troppo sintetico, si è soffermata troppo sui personaggi, non ho potuto dire niente sui personaggi...)
Ho poi  avuto due scrutini, sistematicamente in una scuola diversa da quella in cui avevo insegnato il mattino, per cui ho fatto il giro delle sette valli.
In più il dannato registro elettronico ha colpito ancora: non mi lasciava caricare i voti della seconda facendomi sprofondare nel panico più profondo, dato che in sala insegnanti venivano affissi annunci sempre più perentori sulle scadenze oltre le quali non si sarebbe più potuti entrare nel sistema; chiaramente appena il tecnico, da cui sono andata ad esporre il problema, ha provato ad eseguire l'operazione tutto si è magicamente risolto.
Il Pan ha avuto il suo colloquio a Berlino, per cui sono rimasta per due giorni senza il sostegno morale, ma soprattutto materiale del pater familias.
Il perfetto ingranaggio Gamelli si è pericolosamente inceppato. I pargoli infatti vengono accompagnati sempre a scuola dal padre e accettano molto a malincuore il cambiamento degli schemi consolidati. Traduzione: lagne pazzesche con emissione di decibel sopra la soglia della normale tollerabilità umana (specie di quella materna).
Fortunatamente mio padre, impietosito, ha deciso di prendersi JF per due giorni, cosa che ha dato vita alle rimostranze del Vic, ma ha anche dimezzato le fonti di immissioni acustiche.
Il giovedì ha nevicato e io ho dovuto accompagnare i due figli grandi a nuoto. Il Vic ha voluto fermamente entrare nello spogliatoio solo maschile (esiste una versione  mamme bimbi) adducendo come motivazione la ferrea volontà di non volersi mischiare con le femmine "Poi mi tocca vedere delle cose a cui non sono abituato e sai mamma...non è un bello spettacolo". Ho dovuto quindi abbandonare completamente il secondogenito al suo destino. Alla fine della lezione però, non vedendolo più riemergere dallo spogliatoio, ho dovuto farmi forza ed entrare. Chiaramente era iniziato l'orario del nuoto libero per cui una decina di giovanotti hanno considerato il mio ingresso nei locali maschili, con viva sorpresa. Non ho osato recarmi nella zona docce e mi sono limitata a urlare al Vic di affrettarsi. Al terzo inizio di scroscio d'acqua però ho dovuto rinunciare alle mie pudibonde risoluzioni per tirarlo fuori. Il biondino mi ha accolto tutto garrulo dicendomi: "Lo sai che ogni volta che passo il braccialetto vicino al sensore, l'acqua ricomincia a scendere? E' già la quarta volta che riinizia..."
In serata poi il giovane Gamelli ci ha annunciato che proprio l'indomani sarebbe stato il compleanno del suo diletto pupazzo SallivaRn (e non è un errore di battitura, nessuno è mai riuscito a convincerlo di una diversa dizione) e ha parlato per 50 minuti ininterrotti di doni e regalie adatti all'occasione.
 
SallivaRn a riposo.
 
La Numero Sette vessata e sfinita oltre ogni limite ha quindi prodotto il seguente biglietto celebrativo:


Il venerdì l'accompagnamento e la ripresa del Vic sono stati subappaltati alla numero Sette, dato che io dovevo dedicarmi al servizio Taxi della primogenita. Dopo aver accompagnato Leli al corso di inglese, mi sono recata, approfittando dei quarantacinque minuti di autonomia offertomi da Helen Doron, in farmacia per l'acquisto della dose settimanale di ormone della crescita. Al momento del pagamento però mi sono clamorosamente resa conto di avere sforato il massimale della carta di credito. Ho quindi dovuto chiamare mio padre in soccorso. Nonno Gian, che non per niente è l'uomo che mi dette i natali, ha nell'ordine : equivocato sull'esatta ubicazione della farmacia e deciso comunque di parcheggiare a cinque isolati di distanza "perché faccio volentieri quattro passi". Ho quindi dovuto abbandonare farmacia ed ormone per andare a riprendere la preadolescente, che mi aspettava imbronciata ed ombrosa per il mio ritardo di ben tre minuti.
Fortunatamente l'ascendente è riuscito a perfezionare l'acquisto e mi ha recapitato ormone e JF al domicilio.
Dopo una frugale cena a base di bastoncini di pesce e pomodori sciacquati (ebbene sì) ho faticosamente allettato la truppa e sono svenuta sul giaciglio a mia volta.
Il Pan è rientrato all'una rammaricandosi per la scarsa festosità dell'accoglienza (si, quell'uomo provoca).
Bisogna però dire che ha portato regali per tutta la famiglia:









L'esito del colloquio si conoscerà fra due settimane. Nutriamo però qualche timore circa il possibile futuro inserimento scolastico dei nostri figli, le scuole internazionali, richiedono comunque la conoscenza approfondita della lingua tedesca e per Leli ci sarebbe pure il problema aggiuntivo che è già in età di indirizzamento per la scuola superiore.
Ovunque tra l'altro leggiamo di prove da svolgere per essere ammessi a scuola (pure all'asilo per JF).
C'è qualche expat che saprebbe fornirci indicazioni sull'effettivo funzionamento della scuola in Germania? Qualora  la mia progenie non passasse  nessuna prova selettiva che si fa? Esiste un piano B?