Si incontra con altre host mum ovviamente!
Su Facebook è nato, ormai da mesi, un bel gruppo compatto di famiglie che ospitano ragazze alla pari e Torino è egregiamente rappresentata.
La scorsa settimana abbiamo quindi deciso, famiglie veterane e new entry, di trovarci con i bambini per trascorrere il pomeriggio insieme. La nostra instancabile e iperorganizzata Raffaella ha avuto un'idea molto carina ed ha prenotato per i bimbastri un laboratorio artistico al Museo Egizio. Unico piccolo problema; la nostra frequentazione è quasi esclusivamente virtuale e spesso non nominiamo i nostri figli o li identifichiamo con un nomignolo. La prenotazione quindi era molto fantasiosa, con riferimenti anagrafici nebulosi (JF ad esempio è diventato JJ, molto Dallas anni '80) . Gli host children si sono subito affiatati alla perfezione, hanno seguito l'animatrice senza un plissè e si sono divertiti come matti. Le mamme, il Pan e una au pair di risulta hanno trascinato le loro stanche membra a un caffè all'aperto e hanno gioiosamente oziato, privi di pensieri e di figli per due orette.
Alla fine della
Abbiamo chiaramente sottolineato la grande valenza culturale e didattica dell'avventura au pair e forse, dico forse, abbiamo anche raccontato qualche piccolo vissuto negativo.
Insomma abbiamo generato il panico nelle nostre giovani seguaci che ora temono defezioni, lagne e comportamenti inappropriati e si fanno film su biglietti annullati, feste sfrenate, fidanzati maneschi, perdita di chiavi, furto con scasso...
Sususu, vedrete, carissime discepole, che andrà tutto per il meglio.
La giornata è stata poi allietata da ben due nuotate fuori programma, nella locale fontana. Ambedue i piccoli tuffatori erano terzogeniti (e uno, ahimè, faceva Gamelli di cognome)
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