mercoledì 30 luglio 2014

Ireland.

Il 13 giugno 2014 (giorno del nostro decimo anniversario di matrimonio)Leli e il Pan sono dunque partiti alla volta di Dublino.
Appena arrivati sono subito stati coinvolti in un giro di feste di compleanno (gli irlandesi sono noti per l'estensione delle famiglie, ho sentito per anni la Bri lamentarsi per essere cresciuta in una minuscola famiglia,  solo due fratelli).
Pure il Pan, l'uomo meno incline alla convivialità dell'Universo, ha dovuto ammettere che gli irlandesi sono molto simpatici e ha disperatamente cercato di accaparrarsi qualche giovane elemento come futuro au pair ma ha fallito miseramente.
La ex bimbastra si è subito ambientata molto bene,  già in serata scherzava e cantava con la sua nuova sister. Con Bri invece non si sbilanciava molto e rispondeva solo "Yes", "No", "I don't mind".
La sera successiva tutti in casa per il debutto dell'Italia ai mondiali e CLAMOROSO! Il Pan ha l'impressione che in famiglia si tifi Inghilterra.
Ohibò,  avrà sbagliato casa? Paese? In passato ho visto la Bri tifare financo Arabia Saudita piuttosto che i vicini isolani, sarebbe una roba così contro natura, da non credere,tipo vedere un tifoso del Torino che si rallegra per uno scudetto dell'altra squadra (giusto per chiarire l'entità della cosa).
Vengo subito rassicurata dalla Bri che, a domanda diretta, mi posta su Facebook un subitaneo e chiarificatore "Are you mad?"
Ok, gli irlandesi sono ancora quelli di una volta.
Il Pan è poi ripartito il 15 per lasciare che la preadolescente si immergesse appieno nell'irish life.
Avevamo concordato che la bimbastra frequentasse la scuola, nella stessa classe di Ellie.
La  St Mary National school di Garristown ha accolto quindi, con nessuna storia e pochissima burocrazia, Leli per due settimane.
La semplicità della cosa mi ha veramente impressionato (positivamente,  ovvio). È bastato compilare un'agile scheda di presentazione e..stop!  In Italia avrei dovuto vergare con il sangue qualche centinaio di suppliche in carta bollata (beninteso in triplice copia).
Lascio ora la parola a Leli per la descrizione del vissuto scolastico (come vedrete la rampolla ha ereditato le doti di sintesi di mammà.)

"Il primo giorno siamo andati in una sala dove era radunata tutta la scuola.  Il direttore mi ha presentata a insegnanti e allievi e mi ha detto che sarei andata nella third class.
IIl mio maestro era molto simpatico, sportivo e con la cresta. Aveva venti-trent'anni. Indossava jeans a vita bassa e magliette.  Mi pare che in Italia non ci siano maestri così giovani, i miei insegnanti sono sempre stati vecchiotti (so che il corpo docenti di mia figlia in questo momento ringrazia al completo, ma non posso zittire la bocca dell'innocenza).
Andavamo a scuola dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 15.00.
Ci alzavamo alle 8.00  per prepararci e fare colazione. 
Per la scuola dovevamo indossare la divisa: pantaloni blu, polo azzurra e felpa blu con lo stemma della scuola. La mia divisa era di Rachel, una delle tante nipoti di Bri.
In classe facevamo lezione fino alle 11.00, poi c'era l'intervallo dove mangiavamo il pranzo in scatola. Io ero molto stupita che non ci fosse la mensa.
Avevamo venti minuti per consumare metà pranzo, poi riprendevano le lezioni e dovevamo finire i nostri lavori. Dalle 12.00 alla 1.00 avevamo un intervallo più lungo dove finivamo il pranzo e andavamo fuori a giocare.
Dopo l'intervallo facevamo sport:tennis, ginnastica,  giochi con la palla. Mi piacerebbe se anche da noi ci fosse ginnastica tutti i giorni.
Dopo avevamo ancora un'ora di lezione e poi a casa.
In Irlanda danno pochi compiti durante la settimana e nessuno nei week end e nelle vacanze. Anche questa è un'abitudine che mi piacerebbe trovare in Italia. 
A casa giocavo tutto il pomeriggio con le mie amiche e i loro cugini.
Questa esperienza mi è piaciuta molto, ho incontrato un sacco di gente gentile e simpatica e ho imparato a fare i loom bands. 
Il prossimo anno vorrei tornarci e vorrei che Ellie venisse a trovarmi per l'estate."

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