martedì 4 marzo 2014

Notizie random dal mondo host mum.

Continua la ricerca convulsa della Numero Otto.
 Allo sconforto delle ricerche infruttuose si aggiunge un nuovo tarlo che fa vacillare la mia determinazione.
Dopo le vacanze natalizie si è  diffuso un qualche virus pernicioso e, al momento, sembra  non vi sia un'au pair che non appaia sotto l'influsso di un qualche genio maligno di cartesiana memoria.
La prima a segnalare problemi è stata Sara, una delle decane delle mamme ospitanti.
Sara ha un bambino perfettamente bilingue (italiano-inglese) e, per questioni organizzative casalinghe, richiede che la ragazza ospitata sappia cucinare un minimo.
So che molti di voi sbarreranno gli occhi e argomenteranno che, salvo casi particolari, qualunque ventenne è  potenzialmente in grado di mettere insieme una cena commestibile.
Eeeeh cari miei, io ho visto cose che voi umani...
Nel corso della mia esperienza auperistica ho avuto modo di osservare con raccapriccio: un ragout composto da hamburger schiacciato con forchetta, adagiato su letto di salsa ketchup,  il tutto diluito con acqua, bollito una mezz'oretta abbondante e sparso con mano generosa su un piatto di spaghetti (cotti una mezz'oretta pure loro), trifoglio del giardino raccolto e usato nature per un soffritto , risotto allo zafferano, conservato in frigo e successivamente stemperato nel latte al posto dei cereali, patate con buccia accompagnate con ogni genere di salsa, dolce o salata indifferentemente...
Insomma chi avesse necessità di farsi confezionare vivande sarà meglio che prima sondi le abilità culinarie dell'au pair.
Tornando a Sara, lungamente pregata dalla ragazza, aveva deciso di prorogarle il contratto fino alla primavera.
Le perplessità  della mia amica nascevano dal fatto che le sembrava che la conversazione della ragazza (non EMT ma belga ) non fosse sufficientemente stimolante per il suo piccolo e si interrogava sull'opportunità  di cambiare, scegliendo una giovane anglofona.
Sul piatto della bilancia metteva però  la correttezza della ragazza e il suo sincero affetto nei confronti del nucleo familiare, anche in vista di  nuovi assetti domestici che avrebbero reso indispensabile un maggior coinvolgimento dell'au pair nella strutturazione del menage. Insomma alla fine aveva prevalso il desiderio di stabilità e serenità ed era stata fatta un'offerta in tal senso alla ragazza (ovviamente con un non trascurabile incremento della paghetta) interrompendo la ricerca di una persona anglofona.
La giovane si era mostrata molto contenta dell'opportunità offertole.
Di ritorno dalle vacanze di Natale però il repentino cambiamento: lamentazioni giornaliere sulla nostalgia di casa, mugugni sull'aumentato impegno domestico, lagne sull'entità della paghetta concordata in precedenza.
Dopo quindici giorni l'au pair, ormai completamente immersa nello spleen più cupo e decadente ha comunicato alla famiglia attonita l'impossibilità di prorogare la sua permanenza in Italia e la ferma volontà di ritornare IMMEDIATAMENTE al natio paesello.
Il secondo caso è  quello di Anna Grazia, un'host mum di gentilezza e ospitalità senza pari. Ha permesso ai genitori e ad alcuni amici della sua au pair inglese di raggiungerla e li ha foraggiati per una decina di giorni.
E' stata ricambiata con l'incarnazione di un incubo da film horror. La gradevolissima fanciulla si chiudeva immusonita in camera sua, non partecipava ai pasti familiari, sindacava su tutte le pietanze propostole, intratteneva il bambino con il racconto dei principali pregiudizi di matrice inglese sugli italiani, non lo cambiava sostenendo che tale pratica la disgustasse, si lamentava della sua vivacità e financo delle sue lacrime in caso di caduta o contusione. Insomma un amore di ragazza.
Sempre in voga poi la categoria delle fulminee toccata e fuga.
Mara ha ospitato una sudafricana (amica di colei con cui ho lungamente colloquiato e di un'altra au pair già residente in Italia) che, il primo giorno ha dormito per rimettersi dalle fatiche del viaggio, il secondo ha lombricato per casa uscendone solo per acquistare alcuni alimenti e lasciarli nel portico (Mara ha due cani, stranamente non è  stato ritrovato neanche il sacchetto) e il terzo giorno ha annunciato la sua prossima partenza per la Polonia. Prossima nel senso che il dialogo si è svolto mentre  la giovane si dirigeva verso un taxi con due valigie in mano.
Last but not least troviamo l'indimenticabile au pair di Cristiana, fulgido esempio di creatività e savoir faire.
La storia inizia sulla pagina facebook dedicata alle famiglie alla ricerca di un au pair.
Un papà sottopone alla nostra attenzione il caso di una ragazza che, a quanto pare, non può  prolungare la sua permanenza presso la famiglia ospitante a causa dell'inaspettato licenziamento della host mum e la conseguente diminuita disponibilità economica della famiglia.
La ragazza si presenta bene e pare sinceramente dispiaciuta per le problematiche familiari.
Parecchi genitori confermano di essere stati contattati da lei e circola il suo nominativo.
Colpo di scena! L'au pair è quella in forza da Cristiana.
A una settimana dal suo arrivo sente la necessità  di cambiare aria perchè, a suo dire, in casa non ci sono regole e routines precise da rispettare,  (notare che, l'integerrima aspirante militare, si era distinta il secondo giorno di permanenza per aver dimenticato il  ragazzino a lei affidato a scuola).
Inoltre la teen ager lamenta vessazioni inaudite: le viene richiesto quasi tutti i giorni di passare l'aspirapolvere in cucina e la famiglia ospitante le propone insistentemente un soggiorno in montagna a Bormio dove, orrore, non hanno il wifi.
ARGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH




5 commenti:

  1. ho letto tutto ma non ho capito nulla non riuscendo a levarmi dalla testa il latte con il risotto...il mio stomaco già provato ringrazia sentitamente!

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  2. Quella era la mia sudafricana. Tu sei svizzera Jenjen, per te è moooolto meno grave.
    ;-)

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  3. Fino a lì non ci arrivo!!! Però in privato potrei confessare un paio di cosine...

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  4. la mia n 2 è stata una settimana perchè dopo due gg era homesick. E la sorella mi ha telefonato a casa alle quattro di notte perchè la madre era preoccupata che non aveva notizie della figlia (alle quattro di notte ovviamente). La num 3 è perfetta. Siamo alla ricerca della n. 4

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  5. Mi sa che con questo post ho scoperchiato un vaso...

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