Giorni convulsi in casa Gamelli!
Dopo una meritatissima vacanza alle Terme di Abano (le termi come dice JF) siamo ripiombati nel nostro frenetico tratran Oggi è martedì sera e la settimana si è già caratterizzata per due eventi topici.
Lunedì abbiamo salutato in pompa e magna la numero otto. Fortunatamente questa volta non ci sono stati equivoci e rivendicazioni vari. La nostra canadese è partita sorridente (domenica abbiamo dato vita a un piccolo festeggiamento casalingo con antipasti e tiramisù preparato tutti insieme nel pomeriggio) e ci ha immediatamente ricontattati appena arrivata a casa per ringraziarci dell'ospitalità e rassicurarci sulla sua ferma volontà di ritornare il prossimo anno (su questo onestamente non ci giurerei, per una diciottenne tredici mesi equivalgono a qualche era geologica, veramente rischioso fare progetti a così lungo termine).
Noi comunque la riaccoglieremmo più che volentieri, è stata una compagnia sempre allegra e propositiva e i bimbastri le si sono molto affezionati.
Nota linguistica: Leli parla ormai benino francese (lei a Saint Raphael ha un'amichetta che è un enorme pungolo) i boys mostrano una comprensione pressoché perfetta ma rispondono quasi sempre in inglese.
Spero che la Numero Nove (francese di Nizza) riesca a fornire un ulteriore stimolo.
Martedì, privi quindi di supporto logistico, abbiamo accompagnato il Vic in clinica per il programmato intervento di ernia. Eravamo già stati contattati a fine marzo ma, a causa dello scarsissimo preavviso, non eravamo riusciti ad organizzare le nostre assenze lavorative e avevamo quindi chiesto di procrastinare l'intervento.
Oggi ugualmente, non abbiamo potuto prendere permessi ma, incastrando i tempi con il cesello, facendo rientrare due nonni dal mare e tenendone altri due agli arresti domiciliari presso la nostra abitazione, ce l'abbiamo fatta!
Questa la telecronaca dell'evento.
Ore 7.00 Il Pan ed io ci svegliamo e cerchiamo di scuotere i nostri figli dal loro atavico torpore (quegli stessi figli che di sera saltellano come ranocchie ipercinetiche fino all'ora beata.
ore 7.10 Leli, finalmente resuscitata si reca in cucina per fare colazione.
Ore 7.20 Leli comincia a urlare che non trova la sua spazzola.
ore 7.25 Leli ci accusa di aver nascosto tutte le spazzole e tutti i pettini.
ore 7.30 Leli ci accusa di aver spostato i suoi libri di scuola dal loro posto (il pavimento del salotto, vicino alla porta di uscita)
ore 7.35 Leli singhiozza istericamente che nella casa, dove ha avuto la sventura di nascere e crescere, nessuno ha a cuore la sua istruzione e la sua vita sociale.
Ore 7.40 L'amica di Leli citofona, la bimbastra ulula.
Ore 7.45 Leli esce di casa (spettinata e senza quaderno di francese) per andare a scuola.
Ore 8.00 Il Pan prepara il recalcitrante JF
Ore 8.20 JF, pronto per uscire, pianta una grana immane perché il Vic , invece di uscire con lui, dorme ancora placidamente.
Ore 8.30 Finalmente il maschio Alpha e il minorenne escono.
Ore 8.45 Vado a svegliare il Vic e mi rendo conto che c'è stato un deplorevole incidente notturno.
Ore 8.50 Tolgo le lenzuola e provvedo al lavaggio, all'asciugatura e alla vestizione del soggetto.
Ore 9.30 Blocco il Vic che sta cercando di aprire il frigo e mangiarsi il salame avanzato da Pasquetta.
Ore 10.00 Carico il secondogenito in auto e parto alla volta del CRF per recuperare il Pan
Ore 10.15 Ci riuniamo con il Pater familias e partiamo alla volta della clinica Promea.
Ore 10.50 Arriviamo senza intoppi nei pressi del Promea e incredibilmente troviamo un parcheggio comodissimo nelle immediate vicinanze dell'edificio.
Ore 10.55 Con ben 20 minuti di anticipo varchiamo la porta del reparto.
Ore 10.56 L'infermiera ci comunica che sono in ritardo di due ore sulla tabella di marcia degli interventi.
Ore 11.00 Firmo la liberatoria
Ore 11.05 Vado a comprare l'indispensabile Coca Cola nel bar vicino dato che, l'agognata bevanda (caldeggiata dal chirurgo per il post operatorio) risulta introvabile.
Ore 11.15 Mollo figlio e marito e mi precipito a scuola.
Ore 14.00 Finisco le lezioni, riaccendo il cellulare e apprendo che il Vic è appena sceso in sala.
14.00-15.00 Mi perdo svariate volte.
Ore 15.05 Finalmente riesco a ritrovare la clinica.
Ore 15.10 Incontro il Pan sulle scale che corre verso l'uscita (mio suocero lo accompagnerà nuovamente al lavoro)
Mi posiziono vicino al letto del Vic frignettante e lamentoso.
Per le tre ore successive alternerò l'offerta della Coca Cola con il suadente invito a fare la pipì.
Ore 17.40 Finalmente la pipì è fatta, OLE'!
Ore 18.00 Raccogliamo le nostre masserizia, il Vic chiede ed ottiene un paio di pantofole usa e getta e un guanto in lattice e ce ne torniamo a casa.
Ore 18.30 Finalmente siamo nel nostro salotto. Il divano è occupato da due nonni e due nipoti che non accennano in alcun modo ad alzarsi. Il convalescente fa presente (a urli) il suo stato di precaria salute e ottiene un posto sul divano.
Ore 18.35 Laprof si sorbisce venti minuti di contumelie materne spazianti in plurime direzioni ed epoche storiche.
Ore 18.55 Laprof telefona allarmata al coniuge per accertarsi che egli abbia ben compreso di essere la persona deputata all'acquisto delle medicine.
Ore 19.00 Laprof, dopo aver congedato i suoi genitori, provvede al reperimento e confezionamento delle saporite vivande che allieteranno il desco serale.
Ore 19.10 Il Vic strepita che lui, avendo saltato colazione e pranzo, vuole recuperare. E' disposto a transigere sulla colazione ma il pranzo lo esige.
Ore19.10 La prof sporziona pasta in bianco per tutti i minorenni di casa, precisando al Vic che quello è il suo pranzo.
Ore 19.15 Laprof serve prosciutto cotto e pomodorini ciliegia presentandoli al Vic come cena.
Ore 19.40 Laprof crolla, in compagnia del fido JF, svenuta sul lettone.
Ore 20.00 Il Pan rientra a casa (con le medicine) chiedendo informazioni sulla sua di cena.
Ore 20.10 Laprof apre, con le sue manine operose , una busta di prosciutto sottovuoto.
Ore 21.00 Medicazione al Vic e nanna per tutti.
Prima di andare a dormire Laprof punta la sveglia ogni tre ore perché intenzionata a svegliare il Vic e accompagnarlo in bagno. Non ne sentirà manco una.
Dopo una meritatissima vacanza alle Terme di Abano (le termi come dice JF) siamo ripiombati nel nostro frenetico tratran Oggi è martedì sera e la settimana si è già caratterizzata per due eventi topici.
Lunedì abbiamo salutato in pompa e magna la numero otto. Fortunatamente questa volta non ci sono stati equivoci e rivendicazioni vari. La nostra canadese è partita sorridente (domenica abbiamo dato vita a un piccolo festeggiamento casalingo con antipasti e tiramisù preparato tutti insieme nel pomeriggio) e ci ha immediatamente ricontattati appena arrivata a casa per ringraziarci dell'ospitalità e rassicurarci sulla sua ferma volontà di ritornare il prossimo anno (su questo onestamente non ci giurerei, per una diciottenne tredici mesi equivalgono a qualche era geologica, veramente rischioso fare progetti a così lungo termine).
Noi comunque la riaccoglieremmo più che volentieri, è stata una compagnia sempre allegra e propositiva e i bimbastri le si sono molto affezionati.
Nota linguistica: Leli parla ormai benino francese (lei a Saint Raphael ha un'amichetta che è un enorme pungolo) i boys mostrano una comprensione pressoché perfetta ma rispondono quasi sempre in inglese.
Spero che la Numero Nove (francese di Nizza) riesca a fornire un ulteriore stimolo.
Martedì, privi quindi di supporto logistico, abbiamo accompagnato il Vic in clinica per il programmato intervento di ernia. Eravamo già stati contattati a fine marzo ma, a causa dello scarsissimo preavviso, non eravamo riusciti ad organizzare le nostre assenze lavorative e avevamo quindi chiesto di procrastinare l'intervento.
Oggi ugualmente, non abbiamo potuto prendere permessi ma, incastrando i tempi con il cesello, facendo rientrare due nonni dal mare e tenendone altri due agli arresti domiciliari presso la nostra abitazione, ce l'abbiamo fatta!
Questa la telecronaca dell'evento.
Ore 7.00 Il Pan ed io ci svegliamo e cerchiamo di scuotere i nostri figli dal loro atavico torpore (quegli stessi figli che di sera saltellano come ranocchie ipercinetiche fino all'ora beata.
ore 7.10 Leli, finalmente resuscitata si reca in cucina per fare colazione.
Ore 7.20 Leli comincia a urlare che non trova la sua spazzola.
ore 7.25 Leli ci accusa di aver nascosto tutte le spazzole e tutti i pettini.
ore 7.30 Leli ci accusa di aver spostato i suoi libri di scuola dal loro posto (il pavimento del salotto, vicino alla porta di uscita)
ore 7.35 Leli singhiozza istericamente che nella casa, dove ha avuto la sventura di nascere e crescere, nessuno ha a cuore la sua istruzione e la sua vita sociale.
Ore 7.40 L'amica di Leli citofona, la bimbastra ulula.
Ore 7.45 Leli esce di casa (spettinata e senza quaderno di francese) per andare a scuola.
Ore 8.00 Il Pan prepara il recalcitrante JF
Ore 8.20 JF, pronto per uscire, pianta una grana immane perché il Vic , invece di uscire con lui, dorme ancora placidamente.
Ore 8.30 Finalmente il maschio Alpha e il minorenne escono.
Ore 8.45 Vado a svegliare il Vic e mi rendo conto che c'è stato un deplorevole incidente notturno.
Ore 8.50 Tolgo le lenzuola e provvedo al lavaggio, all'asciugatura e alla vestizione del soggetto.
Ore 9.30 Blocco il Vic che sta cercando di aprire il frigo e mangiarsi il salame avanzato da Pasquetta.
Ore 10.00 Carico il secondogenito in auto e parto alla volta del CRF per recuperare il Pan
Ore 10.15 Ci riuniamo con il Pater familias e partiamo alla volta della clinica Promea.
Ore 10.50 Arriviamo senza intoppi nei pressi del Promea e incredibilmente troviamo un parcheggio comodissimo nelle immediate vicinanze dell'edificio.
Ore 10.55 Con ben 20 minuti di anticipo varchiamo la porta del reparto.
Ore 10.56 L'infermiera ci comunica che sono in ritardo di due ore sulla tabella di marcia degli interventi.
Ore 11.00 Firmo la liberatoria
Ore 11.05 Vado a comprare l'indispensabile Coca Cola nel bar vicino dato che, l'agognata bevanda (caldeggiata dal chirurgo per il post operatorio) risulta introvabile.
Ore 11.15 Mollo figlio e marito e mi precipito a scuola.
Ore 14.00 Finisco le lezioni, riaccendo il cellulare e apprendo che il Vic è appena sceso in sala.
14.00-15.00 Mi perdo svariate volte.
Ore 15.05 Finalmente riesco a ritrovare la clinica.
Ore 15.10 Incontro il Pan sulle scale che corre verso l'uscita (mio suocero lo accompagnerà nuovamente al lavoro)
Mi posiziono vicino al letto del Vic frignettante e lamentoso.
Per le tre ore successive alternerò l'offerta della Coca Cola con il suadente invito a fare la pipì.
Ore 17.40 Finalmente la pipì è fatta, OLE'!
Ore 18.00 Raccogliamo le nostre masserizia, il Vic chiede ed ottiene un paio di pantofole usa e getta e un guanto in lattice e ce ne torniamo a casa.
Ore 18.30 Finalmente siamo nel nostro salotto. Il divano è occupato da due nonni e due nipoti che non accennano in alcun modo ad alzarsi. Il convalescente fa presente (a urli) il suo stato di precaria salute e ottiene un posto sul divano.
Ore 18.35 Laprof si sorbisce venti minuti di contumelie materne spazianti in plurime direzioni ed epoche storiche.
Ore 18.55 Laprof telefona allarmata al coniuge per accertarsi che egli abbia ben compreso di essere la persona deputata all'acquisto delle medicine.
Ore 19.00 Laprof, dopo aver congedato i suoi genitori, provvede al reperimento e confezionamento delle saporite vivande che allieteranno il desco serale.
Ore 19.10 Il Vic strepita che lui, avendo saltato colazione e pranzo, vuole recuperare. E' disposto a transigere sulla colazione ma il pranzo lo esige.
Ore19.10 La prof sporziona pasta in bianco per tutti i minorenni di casa, precisando al Vic che quello è il suo pranzo.
Ore 19.15 Laprof serve prosciutto cotto e pomodorini ciliegia presentandoli al Vic come cena.
Ore 19.40 Laprof crolla, in compagnia del fido JF, svenuta sul lettone.
Ore 20.00 Il Pan rientra a casa (con le medicine) chiedendo informazioni sulla sua di cena.
Ore 20.10 Laprof apre, con le sue manine operose , una busta di prosciutto sottovuoto.
Ore 21.00 Medicazione al Vic e nanna per tutti.
Prima di andare a dormire Laprof punta la sveglia ogni tre ore perché intenzionata a svegliare il Vic e accompagnarlo in bagno. Non ne sentirà manco una.
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