Finalmente la Numero Otto è tra noi!
La ragazza, il cui reclutamento mi ha procurato la stessa mole di lavoro della selezione di un ambasciatore per le trattative mediorientali, è trionfalmente sbarcata in quel di Caselle lunedì scorso.
Come ho avuto modo di scrivere la cosa non è partita sotto gli auspici migliori; noi eravamo scottati e risentiti per quanto accaduto con la Numero Sette e probabilmente poco inclini alla disinteressata accoglienza e in più lei ci ha immediatamente annunciato che, per problemi familiari,ci avrebbe dedicato solo un mese invece che i tre pattuiti.
Lo confesso, mi è subito partito un film i cui fotogrammi erano composti da tutte le storie, più o meno fantasiose, che ho avuto modo di ascoltare nel corso degli anni (travagli sentimentali, crisi spirituali, intossicazioni alimentari, malattie e decessi di parenti vari, incendi, esplosione di tubature, assalti canini,chiusura tassativa di librerie, cartolerie, biblioteche, rovina di materiale scolastico a seguito di vari agenti...).
Invece...conoscendo la giovane ho maturato la convinzione che quanto raccontatomi corrisponda a verità e che gli impedimenti siano reali.
Devo dire che la N8 al momento ci ha riconciliato con l'idea stessa di au pair.
E' molto carina, poco invasiva e rispetta i bambini e la loro legittima arrabbiatura.
Le ho raccontato nel dettaglio quanto successo e mi ha fornito alcune interessanti chiavi di lettura.
Addirittura mi ha chiesto se, una volta risolte le problematiche domestiche, potrà ripetere l'esperienza e soggiornare nuovamente presso la nostra famiglia. Insomma, un'iniezione di autostima alla mia provata anima di host mum e mi ci voleva proprio!
Peccato solo che l'esperienza sarà brevissima e che rimarremo nuovamente scoperti per un mese.
Ho provato, nel lasso di tempo libero tra la Numero Otto e la successiva au pair francese a incastrare una ragazza australiana lasciata libera da una famiglia lombarda ma la cosa non è andata a buon fine (la ragazza non ha neanche risposto alle e mail e si è inabissata nelle nebbie londinesi).
Insomma, il mese di maggio sarà di nuovo un periodo convulso e dagli incastri funambolici.
Sul fronte domestico devo segnalare, oltre a quello della canadese, un altro arrivo.
Argh! Il Vic è infestato dai pidocchi.
Siamo già al quinto shampo ma i parassiti non demordono e saltellano allegramente sul cuoio cappelluto del mio secondogenito.
I suoi serici capelli biondi si sono trasformati, a causa dell'agressività dei lavaggi, in un'informe stoppa giallastra, per cui abbiamo provveduto alla rapatura quasi totale, per cui ora il bimbastro ha le sembianze di un minuscolo marine.
Fortunatamente ora non esistono più i pregiudizi di un tempo e si parla di pediculosi tranquillamente e senza remore, il Vic ad esempio lo annuncia gioioso a tutti coloro che hanno la ventura di rivolgergli la parola e infatti spesso lo vedo che interloquisce con persone che prima gli sorridono bonarie e poi iniziano a grattarsi forsennatamente.
Ricordo invece che, quando presi io i pidocchi, mia madre quasi stramazzò al suolo dalla vergogna e per l'acquisto degli appositi prodotti, non osando rifornirsi nella farmacia locale, mandò mio padre in una lontanissima farmacia situata nel centro di Torino.
Ora invece la cosa viene vissuta molto più serenamente, ieri ad esempio durante le operazioni di spulciatura con il pettinino in metallo, il biondino tutto preoccupato mi ha chiesto: " Mamma, mica rovinerai gli ovetti? Sono ancora piccolini e io voglio bene ai miei pidocchietti"
Immediatamente ha fatto eco JF: " Anch'io voglio i pinocchi..."
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