domenica 13 ottobre 2013

Ultimi scampoli.

Il 21 e 22 settembre, per salutare degnamente la stagione calda (buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa) la famiglia Gamelli ha deciso di trascorrere l'ultimo week end estivo al mare.
La figliolanza Gamelli però si mostra subito poco entusiasta del progetto e riluttante alla partenza.
L'unico apparentemente contento è il Vic. Partiamo quindi con il trittico mugugnante sul sedile posteriore, le facce allegre di schiavi alla galera. Leli (lamentosissima) "Percheeeeeeeeeeeeè dobbiamo andare al mareeeeeeeeee? Non si fa mai niente al mareeeeeeeeeeee, è mamma che vuole andare al mareeeeeeeeeee, io volevo rimanere a casaaaaaaaa" JF "Mamma cattiva che ci obblighi andare al mare, non mi piase stale due ole in macchina (il ragazzo è in fase cinese e , fortunatamente, non ha ancora riferimenti temporali sicuri) Il Vic (in controtendenza): "Io sono felicissimo di andare al mare!" Il Pan ed io siamo piacevolmente stupiti: " Meno male Chicchi!" "...e si perché questa estate avevo dimenticato il mio Nintendo a Boulouris e ora posso recuperarlo. "Leli: " Andassimo almeno a Ventimiglia,  ci sarebbe un'ora di macchina in meno." JF: "Mi fa chifo Boulouris e i francesi sono antipatici." Vic: "Appena preso il mio Nintendo andiamo a casa? " ARGH!!! Dannati mocciosi, vi stiamo portando al mare, non a lavorare in miniera! Ai miei tempi (voce di strazianti violini in sottofondo), avrei accolto con gioia la prospettiva di una gita estemporanea in Costa Azzurra. 
Quando avevo la vostra età i miei soggiorni marini si riducevano a due/tre settimane all'anno! Oltretutto avevo la ventura di essere figlia di un ferroviere in un'epoca dominata dalla Fiat e dalla sua chiusura obbligata ad agosto, per cui ho vissuto la grande rottura di dover vivere in una città desolata e rovente struggendomi perché tutti i miei amici erano in vacanza , mentre le mie ferie erano già abbondantemente terminate dato che la mia famiglia preferiva villeggiare a giugno (luoghi più economici e vivibili a detta di mio padre). Il trittico però non accoglie favorevolmente i miei racconti di vita vissuta e continua a rumoreggiare con malanimo. "Ho sete", "ho fame", "sto per gomitare". "quanto manca", "quanto mancaaaaaaaaa", "torniamo indietro?", "tanto a Boulouris non c'è mai niente da fare...".
Siamo infine trionfalmente arrivati e bisogna dire che di cose ne abbiamo poi fatte moltissime, le elenco in ordine in ordine sparso:
- abbiamo mangiato un kebab meraviglioso.
- abbiamo comprato 14 paia di pantaloni (a 9.90 euro l'uno) da Carrefour. I bimbastri sono a posto per tutto l'inverno.
-abbiamo fatto quattro stupendi bagni che ricorderò con grande nostalgia per tutto il lunghissimo inverno torinese.
- ci siamo fatti ripetutamente cazziare dagli amabilissimi cugini d'oltralpe. Un energumeno in particolare ha cominciato a inveire contro i bimbastri, rei di costruire un castello di sabbia nelle vicinanze del suo ombrellone. Alla mia affermazione "Be', non stanno urlando e questa non è una biblioteca" ha iniziato a sbraitare invettive e a chiederci aggressivamente come mai potessimo anche solo pensare di calpestare con le nostre screanzatissime suole italiane il sacro (e silenzioso) suolo francese. Mentre si allontanava è stato tallonato e raggiunto da JF che gli ha domandato un pertinentissimo "Comment tu t'appelles?". Va detto che la moglie del simpaticone ha visibilmente sogghignato (eee madame tant pis pour toi che te lo sei sposato...). - abbiamo acquistato qualche altra quintalata di materiale scolastico misto, confidando sul fatto che in Francia, per gli acquisti per i bambini, si accontentano di euro e non pretendono lingotti d'oro (come succede da noi)
 - abbiamo rimpinguato la scorta di libri in francese e bilingui. Segnalo in particolare un delizioso libretto della Grund dal doppio titolo "At school" e "A l'école". Il libro è corredato da un ripetitore che legge una frase per pagina. Per Leli abbiamo preso diversi volumetti delle serie "Martine"e "Lili".

- per finire abbiamo compiuto un atto dall'elevato valore simbolico ovvero buttato via le simil Crocs, ormai distrutte, che il trittico ha indefessamente calzato per tutta l'estate (la mia figliolanza infatti anela alla piena libertà podologica durante il soggiorno marino)

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