lunedì 18 novembre 2013

Giornata internazionale della prematurità.

Il 17 novembre si celebra la giornata internazionale della prematurità, giunta quest'anno alla quinta edizione.
In Italia le associazioni che si dedicano a tematiche inerenti la prematurità hanno chiesto a diverse città di illuminare un monumento a scelta di violetto per sensibilizzare sull' argomento.
Anche Torino ha aderito e la Gran Madre è stata illuminata per tutta la sera.
Questa giornata non può non essere cara a chi, come me, ha tre figli prematuri su tre.
In effetti, come dissi all'ostetrica francese per me il bebè normal pesa meno di due chilogrammi.
Se penso alla prematurità le mille  immagini che si affastellano nella mia  mente hanno tutte Leli per protagonista.
Il lancinante mal di testa notturno e la corsa in ospedale.
Le dimissioni a patto che vada a fare un'ecografia di controllo l'indomani.
L'ecografista canino che mi dice che il mio bambino è troppo piccolo ed è senza dubbio trisomico.
La corsa verso il Sant' Anna (con schianto dell'ambulanza contro il muro dell' entrata).
Il ricovero immediato.
Le continue misurazioni di pressione da parte di un' infermiera, senza che mi fossero mai detti i valori.
Le iniezioni di cortisone per i polmoni.
La mia amica Laura che mi compra due paia di mutande (era troppo presto per avere una valigia).
Un altro medico che mi comunica che la gravidanza non può proseguire e che il mio bambino ha l' 80% di probabilità di salvarsi.
L' ultima ecografia dove, per la prima volta, si vede che è una femmina e il peso stimato è di circa 800 grammi.
Il parto cesareo con anestesia epidurale perché " Signora , lei mica la regge una totale"
La mia domanda" E' viva?"
La seconda domanda " Ma è poi una femmina?"
Risposta del ginecologo" Ah io non ho guardato".
Risposta del neonatologo " Si è una femmina ed è molto carina".
La scelta del nome, su cui pendevano ancora parecchie incertezze.
L'infermiera che ci domanda "Siete indecisi tra Valeria e Letizia? A me piace Letizia " e scrive Letizia.
Il saluto rapido mentre viene portata in terapia intensiva, la visione che ho di lei è quella di una minuscola cinesina con i capelli sparati.
Il pensiero che poi a me non sembra mica così piccola (capirò quanto sia lillipuziana in TIN, vedendola vicino agli altri neonati, peraltro manco colossi loro).
Il mio ricovero in rianimazione.
Il Pan che viene a trovarmi tutto allegro  dicendomi che Leli si è  stubata nei sotterranei.
Il Pan che, il giorno dopo è  profondamente abbattuto perchè  la bimbastra gli pare molto meno vitale del giorno prima.
La prima volta che l'ho vista, un'ora di pianto ininterrotto sull'incubatrice.
Il medico che ci dice che ha il pancino un po'  gonfio e noi a pensare "Ecchè sarà mai..." (e mica capiamo che ci sta avvertendo di una possibile nec).
Il monitor dono della fondazione Ezio Greggio.
Il palloncino ambu perennemente posizionato sopra il  tettuccio dell'incubatrice (e pure qui capiremo molto dopo quali implicazioni vi siano).
L'Italia che viene eliminata ai mondiali 2002 e a me, che mai mi sono interessata di calcio, pare un segno di pessimo auspicio.
Il sole che sembra sempre un po'spento.
La cartella clinica con il suo nome scritto in caratteri tutti appuntiti.
La nostra convinzione, al quattordicesimo giorno, che ormai il più  era fatto e che a breve ce la saremmo portati a casa (successivamente ho letto la storia di moltissimi bambini morti dopo un mese o più).
I vicini di  incubatrice che non ce l'hanno fatta.
Il trasferimento al Maria Vittoria per sottoporla al laser per la ROP.
Il prof. Anselmetti che ci dice con voce monocorde che ci sono 50 probabilità  su 100 che cada la retina e che quindi rimanga cieca o gravemente ipovedente.
Il dott Lorenzi che la opera a ferragosto e che esce dalla sala apposta per dirmi che un occhio è  in salvo e che ha pensieri positivi pure sull'altro.
Le altre tre operazioni necessarie per debellare la bestiaccia.
Il prof. Anselmetti che alle visite di controllo successive sembra un'altra persona: attento, loquace e spiritoso (ma quanta tensione gli procura avere nelle mani la vista di tutti i prematuri torinesi e non?)
I busti bronzei che avremmo voluto erigere ad Anselmetti e Lorenzi.
L'acquisto della prima tutina Prenatal.
Il ritorno al Sant'Anna con la speranza della scarcerazione imminente.
L'annuncio delle dimissioni.
Mamma riccia con quattro riccetti che mi attraversa la strada (e questo mi sembra un segno di ottimo auspicio).
Il mio primo post sul forum dei prematuri e l'inizio della mia carriera di pre-mamma.
Le due automobili con cui siamo andati a prenderla perchè  una ci pareva insufficiente per una bambina di ben 2200 grammi di peso.
Il saluto della dott. Gomirato, che ci rivela che lei ha sempre avuto un debole per Letizia  perchè  pure sua figlia si chiama così.
Il cappellino che non riusciamo a metterle per i suo pianti disperati.
L'arrivo a casa, dove ci aspetta mia madre che afferma "E' piccola ma perfetta".
Finalmente il sole che torna a splendere.
Leli nel suo cestinetto.
Il primo Natale e lei che sgrana gli occhi vedendo l'albero.
Il Pan che afferma sicuro "Non avrà  nessun problema, ha lo sguardo troppo sveglio"
Il vestitino rosso a pois bianchi , che avevo comperato nei saldi concomitanti il ricovero e che indosserà a Pasqua.
La sua prima frase, pronunciata a 13 mesi anagrafici e 10 corretti: "Mamma metti bimba lì" vedendo una giostra.
I periodici infarti alle visite di controllo: "è sorda, anzi ci sente,  è monorene, ah no ne ha due ma uno è ectopico".
Leli che parla prestissimo e benissimo.
La mattina in cui, svegliandomi , ho la sorpresa di trovarla seduta nel lettino.
Leli che fa amicizia anche con le pietre.
Leli che a tre anni,  in un ristorante, comincia a circuire un ragazzo (peraltro un BEL ragazzo) e torna tutta contenta al tavolo comunicandoci che quella con lui non è, come avremmo potuto erroneamente pensare la sua ragazza, ma solo un'amica.
La prima recita all'asilo.
La sua migliore amica Beatrice.
I suoi primi occhiali verdi e il suo sorrisone nell'inforcarli.
Il saggio di danza.
La prima vasca senza braccioli e senza salvagente.
La sua lettera a Gesù  Bambino con la richiesta di una sorellina.
Il suo saluto al Vic "Che bellooooooooooooooooooooooooooo il mio fratellino".
La lettera a Gesù  Bambino dove esprime una velata protesta per l'accaduto: "Veramente io avevo chiesto una sorellina".
Il primo giorno alle elementari con un enorme zaino Winx sulle spalle e due finestrelle al posto degli incisivi.
La sua tenacia nel superare i problemi di lettura.
La sua prima indimenticabile poesia (C'era un pisello monello con un cappello che incontrò una patata bagnata e abbronzata, le regalò una cintura dura buona per fare pittura").
Il suo quadro intitolato "Lo scoiattolo torna a casa"esposto alla mostra del castello.
La sua capacità di comprensione della lingua inglese.
Il suo amore per gli animali.
Il suo dispiacere nel lasciare le maestre delle elementari.
La caparbia richiesta di provare la terapia con l'ormone della crescita accettando senza fiatare l'iniezione giornaliera.
L'entusiasmo per la scuola media.
La gita con pernottamento in agriturismo e il broncio perchè è stato riesumato lo zaino delle Winx come bagaglio ed è stata obbligata a portarlo con gravissimo danno della sua immagine adolescenziale.
La prima richiesta di un capo di abbigliamento: le orride scarpe Blazer azzurro e (gulp) giallo fosforescente (estorte al Pan,l'uomo più avaro parsimonioso dell'Universo,  massimo rispetto figlia mia)
Insomma quanto è emozionante vedere la Gran Madre illuminata?


6 commenti:

  1. Mi sono commossa.
    Una pre-mamma come te!

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  2. Lo so...Undici anni dopo rimane solo la straordinarietà della nostra esperienza.

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  3. ho letto con il fiato sospeso..ci vuole tanta forza....

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  4. Non sono sposata, non ho compagno, non ho figli, ma mi hai toccato il cuore con questo racconto di Vera vita ... sono felice di averti trovata e di ....commuovermi per l'Amore che hai dentro di te disinteressato incondizionato per la tua famiglia ...anche se non sai chi sono...non mi hai mai vista...non ci conosciamo personalmente... posso dirti: ti voglio bene ?

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    1. Grazie, è veramente una magia questa che ci spinge ad affezionarci a persone mai viste...

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