mercoledì 22 gennaio 2014

Colloquio uno.

Durante i primi giorni di ricerca vengo contattata da questa aspirante au pair neozelandese.
Gli inizi sono entusiastici, dopo il messaggio preregistrato che si può  inviare dal sito, mi cerca lei su Facebook, richiede la mia amicizia e mi scrive una bella lettera di presentazione.
Io le rispondo e...il nulla per due settimane.
Passato questo periodo (bisogna dire che si era nelle vacanze di Natale) mi ricontatta e si profonde in scuse.
Le propongo quindi una conversazione via Skype e...riscompare.
Si risveglia nuovamente di colpo, mi aggiunge alla lista dei suoi contatti Skype, mi chiede se il posto è  ancora disponibile  e, dopo varie peripezie riusciamo a parlarle.
Imposto io la conversazione, presento la famiglia, i bimbastri e le illustro quali saranno i suoi compiti.
Immediatamente mi chiede quando dovrà  iniziare e io rispondo che al momento abbiamo un'altra au pair che rimarrà  fino a marzo.
Le chiedo se sa nuotare, perché  è  un particolare importante dato che dovrà  accompagnarmi al mare e saremo da sole con il trittico.
La conversazione (scritta) è  durata una ventina di righe.
Le dico quindi cosa ci aspettiamo da lei in ambito didattico: letture e dettati con Leli e qualche semplice esercizio di spelling per il Vic.
La fanciulla risponde testualmente: "Yes...yes, please is the position secured for me?
Ehm non ti pare di essere un tantino precipitosa? Ti pare che io possa confermarti un impegno di questo genere con mezza paginetta scarna di presentazione?
Comunque si è  subito nuovamente inabissata nel nulla.

5 commenti:

  1. come inizio non c'è male...che tipa!!!!

    RispondiElimina
  2. Guarda con le au pair io ho visto cose...

    RispondiElimina
  3. ...seguo con interesse i tuoi racconti...e visto che non si sa mai...prendo pure appunti!!
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  4. Vengo io a fare l'au pair in Marocco!

    RispondiElimina
  5. Grazie Valentina! Passo a trovarti volentieri.

    RispondiElimina